Nome del bambino: ecco perché deve sceglierlo la mamma

A scegliere il nome del bambino deve essere la mamma. Sostenitore di questa teoria è l’affermato psichiatra Raffaele Morelli che ne spiega anche i motivi. Andiamo a scoprirli. 

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Foto di Satya Tiwari da Pixabay

Quando si è in dolce attesa le mamme e i papà iniziano a fantasticare sul proprio figlio e inevitabilmente a pensare a come lo chiameranno. La scelta del nome è una decisione spesso non facile perché tutti vorrebbero proporre la propria preferenza, non solo i genitori ma anche i nonni e gli zii.

Non c’è niente di più sbagliato, invece, che far scegliere il nome di un bambino a chiunque non sia la sua mamma. A spiegare questa teoria è lo psichiatra Raffaele Morelli, anche noto volto della tv.

“Ogni nome è un suono e ogni suono una vibrazione dell’anima: per questo solo le madri, che hanno portato il neonato dentro di sé, possono dargli un nome” sono le parole di Morelli tratte da Riza.it.

La scelta del nome del figlio spetta alla mamma

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Foto di Janko Ferlic da Pixabay

“Provate a immaginare la fecondazione come una vibrazione sottile che entra nel cervello, come un suono inudibile che si deposita nelle aree antiche dell’encefalo” spiega ancora il noto psichiatra.

Ecco perché la scelta del nome del bambino spetta esclusivamente alla sua mamma. Perché “l’interazione madre-feto e un’interazione celebrale” i cui unici protagonisti sono la mamma e il suo bambino.

Quando una mamma chiama suo figlio con il nome da lei scelto si rafforza anche il loro legame. Infatti, il bambino sentirà nella voce della madre tutto l’amore e la positività che essa sprigiona pronunciando quella parola. Il bimbo si sentirà riconosciuto, amato, e desiderato.

In questo modo si andrà a rafforzare il legame madre figlio iniziato già in gravidanza. Per il feto, infatti, la voce della sua mamma rappresenta una vera e propria coccola sonora che dall’udito va a toccare le parti più profonde del cervello.

“Chiamare un bambino con il nome dei nonni o delle tradizioni è anti ecologico per la psiche in evoluzione dei bimbi” dice ancora lo psichiatra.

“Pensate a che fastidio proverebbe una madre a nominare ogni volta il proprio figlio con un nome che a lei non piace. Si instaurerebbe una relazione sonora insoddisfacente per entrambi”. Il fastidio provato dalla madre infatti verrebbe trasmesso al figlio andando a deteriorare il loro rapporto.

Un altro concetto su cui si sofferma Morelli è che molte madri provino fastidio quando sentono chiamare il proprio figlio con un diminutivo non scelto da lei. Quel suono infatti non è da lei riconosciuto e voluto, perciò va a contrastare con la sua scelta, che invece deve essere sempre rispettata.

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Foto Instagram (raffaelemorelliofficial)

 

Al bando quindi tutti quei nomi scelti per dovere, magari per fare un piacere al compagno, ai propri genitori o ai suoceri. Così come quelli che rispecchiano la tradizione di un paese. Assolutamente da non considerare nemmeno la scelta di mettere un nome che magari va di moda in quel momento.

Ogni suono è unico e la madre ha il compito di preservare tale unicità conclude Morelli. La scelta del nome spetta quindi soltanto a lei in base al suono che pronuncerà con più piacere chiamando il proprio figlio.

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Di Cristina Biondi

 

(Fonte: Riza.it)

 

 

 

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