Morte Willy, aggiornamenti: parla un ragazzo molto vicino agli aggressori

L’aggressione a Willy fu l’ennesima follia di un gruppo violento noto a tutti: a dirlo un ragazzo molto vicino agli aggressori.

aggressione willy
Collage foto da Instagram

Venti, tante sono state le chiamate giunte ai soccorsi mentre Willy Monteiro moriva dopo una atroce e folle aggressione.

Quattro gli arrestati per un evento che ha shoccato il Paese: Mario Pincarelli 22 anni, Francesco Belleggia di 23 anni e i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, rispettivamente di 24 e 26 anni

I testimoni parlano però di 5 aggressori e su quest’ultimo uomo ancora si cerca di fare chiarezza, un po’ come su diversi aspetti della vicenda.

Se è vero infatti che la procura di Velletri contesta per ora l’omicidio preterintenzionale ai quattro detenuti in quel di Rebibbia, si sta comunque profilando all’orizzonte l’ipotesi di un gesto dettato dalla consapevole volontà di uccidere.

E proprio di questa terribile “anima violenta” parla oggi un testimone molto particolare a Mattino Cinque.

Morte Willy, parla un ragazzo vicino agli accusati

arrestati uccisori willy
Foto da Instagram @tgcom24

Direttamente da Colleferro arriva in diretta a Mattino Cinque la testimonianza di Claudio, un ragazzo vicino agli arrestati, cresciuto con loro e come loro nel giro dell’MMA:

“La palestra non c’entra niente. Mandavano il più giovane, il più secco della comitiva con cui uscivano. Il più piccolo andava a scatenare la rissa, cominciava a litigare con la vittima di quel giorno e i più grandi intervenivano una volta che la discussione iniziava. Lo facevano per uno sguardo, magari una spallata in mezzo alla folla, trovavano un pretesto per farlo.”

Ma perché mettere in atto un simile piano perverso e violento

“Lo facevano magari per la nomina, la nomina di quelli che menavano. La gente aveva paura.”

Il giornalista autore dell’intervista spiega poi meglio i moventi sottesi a queste particolari aggressioni. Perché mandare avanti il “più secco”? Il più piccolo serviva perché la vittima si sentiva meno minacciata. Mandare uno più piccolino serviva a incoraggiare la vittima così si scatenava la rissa.

“Io i ragazzi li conosco da piccoli – prosegue Claudio – perché vivevamo ad Ardea tutti. I fratelli lo facevano per vizio. Mario è sempre stato una testa calda Francesco invece è sempre stato un ragazzo tranquillo poi da qualche anno era cambiato totalmente”

Anche Claudio ha del resto avuto problemi con la giustizia: coinvolto in risse ha oggi un obbligo di dimora. Ciò nonostante ha scelto di esporsi, di parlare.

“Sono l’ultimo a poter parlar purtroppo ma sono anche l’unico che lo fa. Qui la gente ha paura a parlare di mostrarsi, di farsi vedere, di dire quello he succede tutti i giorno. Ciò non vuol dire che è colpa della movida, droga o arti marziali: sono solo dei personaggi, un gruppo particolarmente aggressivo”

E chi gli dice “ma la palestra sapeva” Claudio risponde:

“Luca di Tullio, il loro allenatore, aveva visto del talento in Marco mentre Gabriele non era un professionista. Niente di più”

Willy Duarte
Willy Monteiro Duarte (Instagram)

Un panorama all’insegna della violenza peggiore, quella immotivata va dunque profilandosi dietro l’assurda morte di Willy.

Molto sembra però ancora da chiarire.

Impostazioni privacy