La senatrice Liliana Segre compie 90 anni e, intervistata da La Stampa, commenta la morte di Willy, il 21enne ucciso in una rissa a Colleferro.
“Una barbarie assoluta”, queste le parole che meglio descrivono secondo la Senatrice a vita Liliana Segre, 90 anni, la brutale uccisione di Willy, il 21enne italocapoverdiano di Paliano picchiato a morte in una rissa a Colleferro.
Molti personaggi famosi si sono pronunciati sul drammatico evento, come Emma Marrone, che ha sottolineato come l’ignoranza crei violenza, o anche Chiara Ferragni, che in questa occasione si è esposta politicamente per la prima volta.
Ora tocca a una donna il cui nome è esso stesso sinonimo di rispetto, di forza e impegno civile. Liliana Segre, intervistata da La Stampa in occasione del suo novantesimo compleanno, ha esposto il suo pensiero rispetto a quanto accaduto e anche ciò che i fatti hanno suscitato dentro lei.
Liliana Segre dice la sua sulla morte di Willy
“Terribile. Il pestaggio di quel ragazzino non solo mi ha colpito, ma mi ha suscitato tormenti e ricordi terribili.”
E’ una Liliana Segre sinceramente addolorata quella che parla dell’uccisione del giovane Willy, una donna delusa e che, incredibile ma vero, si sente anche un po’ sconfitta.
“Mi ha fatto molta paura. E’ stata come una sconfitta personale, mi ha fatto pensare che tutto ciò che ho provato a fare contro la violenza e l’odio, alla fine è servito a poco. Se ancora ci sono in giro persone che pensano di risolvere le proprie sconfitte personali picchiando il prossimo, siamo ancora in una società lontana dalla civiltà”
Un evento dunque, secondo la senatrice a vita, sintomo di un vero e proprio male sociale, di un’arretratezza culturale e una mentalità generale da combattere a tutti i costi per poterla debellare:
“Siamo alle prese con un problema di mentalità fascista che ancora ci pervade e da cui non facciamo mai abbastanza per liberarci. Questa storia è un naufragio della civiltà su cui dovremmo riflettere seriamente”
Forse dovremmo tutti sentirci sconfitte, un po’ come Liliana Segre, poiché a fallire è stata un’intera società, incapace di crescere, di evolvere e di dire addio a una mentalità che sarebbe dovuta oramai esser già morta e sepolta.