Shangai: due bambini rompono il castello di vetro più grande del mondo

Prima che due bambini lo distruggessero, Shangai ospitava il castello di vetro più grande del mondo, una copia perfetta del castello di Cenerentola della Disney: un disastro da migliaia di Euro.

castello vetro disney

(Fonte: Instagram)L’iconico castello di Cenerentola è il simbolo internazionale della Disney da decine di anni.

Per questo motivo è uno dei simboli più famosi e più amati dagli appassionati Disney di tutto il mondo ed è presente in tutti i parchi a tema a marchio Disney.

Nel parco di Shangai è possibile acquistare oggetti di vetro che rappresentano i personaggi più amati e gli oggetti più famosi degli storici film Disney, realizzati a mano da un incredibile artista spagnolo del vetro.

Tra le opere esposte (e messe in vendita) all’interno del Magic Kingdom non solo oggetti di piccole dimensioni e adorabili decorazioni per l’albero di Natale, anche un gigantesco castello di vetro dalle guglie in oro zecchino che costa “soltanto” 35.000 Dollari.

Nel Museo del Vetro di Shangai però era contenuta una versione più grande del castello messo in vendita nel parco divertimenti e che valeva molto di più: i genitori dei bambini si sono offerti di risarcire il museo per i danni causati dai figli.

Distrutto il castello di vetro più grande del mondo: oltre 42.000 Euro di danni

castello di vetro disney
(Fonte: Instagram)

Si trovava nel Museo del Vetro Soffiato di Shangai ed era stato realizzato da Miguel Arriba, un artista del vetro soffiato che lavora e si “esibisce” anche all’interno del Magic Kingdom di Shangai.

L’artista spagnolo realizza meravigliose miniature davanti agli occhi degli ospiti del parco Disney, ma si dedica anche a progetti molto più ambiziosi, tra cui appunto il gigantesco castello di Cenerentola esposto dal Museo.

L’oggetto era costato oltre 500 ore di lavoro ed era formato da centinaia di piccoli pezzi, alcuni dei quali (le guglie delle torri) realizzate in oro zecchino.

Quando la teca è andata in terra, urtata da due bambini che stavano correndo lungo le sale del museo, il castello di vetro non è andato completamente distrutto, tuttavia ha riportato danni molto gravi che ammontano, secondo la direzione del museo, a 42.000 Euro e a una gran quantità di ore di lavoro.

Purtroppo l’artista in questo momento si trova dall’altra parte del mondo e, a causa della norme di sicurezza internazionale necessarie a limitare il diffondersi del Coronavirus, non potrà tornare presto in Cina per rimettersi al lavoro sulla sua gigantesca opera. Il museo rimarrà quindi sprovvisto per un tempo indeterminato di uno dei suoi capolavori.

genitori dei bambini che hanno provocato il danno si sono offerti di pagare le riparazioni di tasca propria: con poco meno denaro avrebbero potuto acquistare la replica in “miniatura” presente nel negozio del Magic Kingdom! 

 

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Un post condiviso da Ben & Jade (@disneyonthereg) in data:

Lo sfortunatissimo caso si è verificato alla fine dello scorso Maggio ma solo in questi giorni la notizia sta facendo il giro del mondo e gli appassionati hanno scoperto la bravura dell’artista che realizza in vetro piccoli capolavori ispirati alle fiabe Disney.

 

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Un post condiviso da Keane Li (@keanetravels) in data:

Tra gli oggetti più “abbordabili” anche una meravigliosa carrozza a forma di zucca in cui Cenerentola si reca al ballo del principe trainata da ben quattro cavalli.

 

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Un post condiviso da Jason Michael (J.Michael) (@jmichaelglass) in data:

Con tutte le difficoltà relative alla gestione internazionale della pandemia i parchi Disney stanno lentamente riaprendo in tutti i continenti: sembra ormai alle spalle l’incubo dei ragazzi italiani bloccati negli States e che, dopo essere stati licenziati da Disney, non riuscivano a ritornare a casa.

Tra l’altro il parco divertimenti di Shangai ha cominciato ad accogliere di nuovo i visitatori, anche se gli ingressi sono stati rigidamente contingentati per rispettare le norme di sicurezza: è stato uno dei primi segni di un concreto ritorno alla normalità per la Cina.

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