Disney ha licenziato 200 ragazzi italiani: il parco di Orlando, in Florida, non ha più bisogno di loro. Dopo aver perso il lavoro e la casa, sono bloccati negli States per mancanza di voli: hanno chiesto all’Italia di intervenire.

Sono duecento, sono italiani ed erano pronti a vivere un lunghissimo sogno che, in realtà, si è trasformato in un incubo apparentemente senza fine.
Tutti i ragazzi italiani che lavoravano a Disneyworld sono stati prima rassicurati dall’azienda, quindi tenuti in sospeso e infine sbattuti fuori dai loro alloggi e dagli Stati Uniti, ma senza la possibilità di tornare in Italia.
Ecco cosa sta facendo per loro il Ministero degli Esteri italiano.
Licenziati da Disney, prigionieri del Coronavirus: rovinata la favola di 200 italiani

A sottoporre all’attenzione del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio la difficilissima situazione che stanno vivendo 200 giovani lavoratori ingaggiati da Disney è stato Federico Arca.
Il giovane, originario della provincia di Brescia, si è fatto portavoce di tutti i suoi colleghi che, da un giorno all’altro, si sono trovati privi di un alloggio e soprattutto impossibilitati a tornare in Italia.
Federico ha raccontato di essersi trasferito in Florida a Settembre e di poter contare su un visto di 15 mesi, valido solo per il contratto con il ristorante presso il quale lavorava all’interno di Disney World.
Quando il parco dei divertimenti è stato chiuso a causa dei primi casi di Coronavirus negli States, i lavoratori sono stati rassicurati in merito al fatto che avrebbero potuto continuare a rimanere nei loro alloggi, messi a disposizione dall’azienda, anche durante la chiusura di Disneyworld.
Dopo una settimana di chiusura i lavoratori erano stati ulteriormente rassicurati e invitati a non ritornare a casa perché, quando il parco avrebbe riaperto, Disneyworld avrebbe avuto bisogno di tutto il suo staff.
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L’11 di Aprile però le comunicazioni che sono arrivate sono state completamente differenti: Disney World ha deciso di terminare ogni attività e di licenziare in tronco quei 200 lavoratori che fino a poco prima erano stati invitati alla calma. Gli appartamenti dovranno essere lasciati il 18 Aprile e, da quel momento, tutti i ragazzi avranno un mese per lasciare gli Stati Uniti.
Il problema, a questo punto, è esclusivamente pratico: i voli internazionali sono stati sospesi.
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A questo punto i ragazzi si sono messi in contatto con il Ministero degli Esteri italiano chiedendo un intervento straordinario per consentire a 200 cittadini di ricongiungersi alle proprie famiglie.
Mentre dalla Farnesina arrivava la notizia che si stava lavorando a preparare un volo diretto Orlando – Fiumicino, quella stessa notizia veniva smentita da una mail della società Patina, alle cui dirette dipendenze lavorano i ragazzi.
“La mail dice che la Farnesina non organizzerà nessun volo speciale per Fiumicino: un volo privato per 200 persone costerebbe circa 400 Mila Dollari”, cioè 2.000 dollari a persona.
Probabilmente parte di questi costi sarà coperta da Disney attraverso un sussidio economico che verrà percepito da ogni dipendente licenziato a seguito dell’epidemia di Coronavirus.
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Come se non bastasse, l’unica compagnia aerea che vola normalmente nella tratta Orlando – Fiumicino, ha comunicato che i voli normali non possono essere confermati fino al 19 Aprile e, anche dopo quella data, i voli sono in overbooking.
Come si risolverà questa incredibile odissea?