Silvia Romano | “Così mi sono convertita all’Islam”

Silvia Romano, liberata dopo 18 mesi di prigionia, racconta la sua conversione all’Islam: “è stata spontanea. Ora mi chiamo Aisha”.

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Silvia Romano e Giuseppe Conte – Foto Instagram da https://www.facebook.com/GiuseppeConte64/

Silvia Romano è tornata finalmente a casa. Dopo 18 mesi di prigionia in Somalia, la 24enne ha riabbracciato la sua famiglia, accolta anche dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio. Silvia, poi, è stata accoltata dagli inquirenti che indagano sul suo sequestro e ha raccontato non solo i lunghi mesi di prigionia, ma anche la sua conversione all’Islam che definisce “spontanea e non forzata”.

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Silvia Romano: “Il mio processo di riconversione è stato lento in questi mesi. Sono sempre stata trattata bene”

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Silvia Romano – Foto Instagram da https://www.instagram.com/p/CACjuKKgsUT/

Silvia Romano, dopo la liberazione, è tornata in Italia e come scrive il Tgcom24, è stata ascoltata per quattro ore nella caserma del Ros in via Salaria, a Roma. Agli inquirenti che indagano sul suo sequestro, ha raccontato di essere sempre stata trattata bene e di essere stata spostata da un covo all’altro che raggiungevano a piedi, dopo aver camminato diversi chilometri.

Mi hanno assicurato che non sarei stata uccisa e così è stato, non ho subito violenze” – ha raccontato Silvia – “Avvenivano spesso i trasferimenti. Sono stata portata sempre in luoghi abitati, non sono mai stata legata, ho cambiato quattro covi. Mi chiudevano in stanze di abitazioni, sono sempre stata da sola, non ho visto altre donne“.

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“Loro erano armati ed a volto coperto, ma sono sempre stata trattata bene ed ero libera di muovermi all’interno dei covi, che erano comunque sorvegliati”, ha aggiunto.

Silvia Romano selfie
Foto da Instagram @libera_portogruaro

Poi ha raccontato la scelta di convertirsi all’Islam scegliendo come nome Aisha, quello della moglie favorita di Maometto. “In questi mesi mi è stato messo a disposizione un Corano e grazie ai miei carcerieri ho imparato anche un po’ di arabo. Loro mi hanno spiegato le loro ragioni e la loro cultura. Il mio processo di riconversione è stato lento in questi mesi. Non c’è stato alcun matrimonio né relazione, solo rispetto, ha concluso.

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