Coronavirus | Per molte donne #stareacasa non è sicuro: appello D.i.Re

“Per molte donne #stareacasa non è un invito rassicurante. Il numero nazionale dei centri antiviolenza 1522 è attivo” E’ il messaggio del D.i.Re, rete nazionale dei centri antiviolenza

aiuto violenza donne
Foto da Facebook @DiReDonneInReteControLaViolenza

“Il messaggio che voglio lanciare alle donne che in questo momento si trovano in una difficoltà maggiore perché vivono situazioni di maltrattamento da parte del partner e sono costrette a stare in casa h24, è che noi dei centri antiviolenza ci siamo: da casa, dal nostro telefono di emergenza, anche via skype laddove possibile, dalle nostre sedi che sono temporaneamente in sospensione. Molte operatrici sono nei centri pur non facendo accoglienza nel rispetto delle regole imposte dal Governo. Chiamate se avete bisogno” 

A parlare è Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, la rete nazionale che raccoglie ottanta organizzazioni che gestiscono centri antiviolenza. Attraverso l’agenzia Dire, manifesta il timore di attiviste, associazioni e cooperative che tutti i giorni si occupano di violenza di genere.

Se per i cittadini italiani in generale restare a casa è un modo (l’unico modo) per tutelarsi per alcune donne purtroppo la casa non è mai un luogo sicuro, neanche durante l’emergenza Coronavirus.

“Laddove le donne vivono situazioni di violenza intrafamiliare – il fenomeno potrebbe, spiega sempreVeltri – inasprirsi e manifestarsi con più virulenza e le donne potrebbero sentirsi inibite a chiamare. In questo senso dico: contattateci, anche se c’è maggiore controllo da parte del partner violento”

Occorre dunque anche pensare a chi nello stare in casa non trova sicurezza bensì una minaccia. Ecco allora le informazioni utili per cercare aiuto e supporto.

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Coronavirus, i centri antiviolenza restano attivi

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Foto da Pixabay 

Molte le preoccupazioni che stanno affrontando in queste ore coloro che si occupano di assistere le donne vittime di violenza.

C’è in primo luogo il timore che per queste ultime #iorestoacasa divenga una sorta di prigionia senza scampo.

Si sottolinea allora come i numeri di emergenza rimangano sempre attivi, così come i centri fisici dislocati nelle varie località italiane. Cliccando su direcontrolaviolenza.it se ne può consultare l’elenco. Altrimenti ci si può sempre rivolgere al 1522, numero verde raggiungibile in ogni momento.

Vi è però poi anche una seconda preoccupazione e la spiga sempre Antonella Veltri:

“Mi chiedo: cosa accade se una di queste donne risulta positiva, dove la collochiamo? Da alcuni centri e case rifugio mi arriva notizia che le donne accolte sono terrorizzate dall’inserimento di nuove donne- spiega la presidente di D.i.Re- ma anche per quelle che sono dentro, perché molte hanno la possibilità di uscire. Noi abbiamo dato delle regole: dalla casa non si esce. Potete immaginare, poi, quanto sia difficile tenere occupati i bambini e le bambine. Il fenomeno per noi che gestiamo le case rifugio è moltiplicato, c’è una grande pressione psicologica, tant’è che le psicologhe dei nostri centri sono allertate e stanno cercando di seguire le donne anche a distanza, con tutti i limiti e l’eccezionalità del momento. Per ora il sistema sta reggendo con la presenza delle operatrici che, con mascherine, guanti e distanze di sicurezza, continuano a mantenere la presenza nelle case rifugio”

Molte domande dunque e risposte da trovare, forse, un po’ troppo in autonomia:

“In ossequio alle direttive, che trovo giuste, credo che da parte del presidente Conte sia necessario recuperare, nella misura in cui questo sia possibile, cercando di dare delle indicazioni rispetto a un fenomeno così stringente e importante nella sua natura strutturale, in un momento in cui le donne sono costrette in convivenze forzate. Un messaggio ce lo saremmo aspettato. Per noi la violenza non è un fenomeno emergenziale, ma richiede in questo momento uno sguardo e un’attenzione particolari”

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femminicidio (istock) 

La normale vita prosegue anche con il Coronavirus e, con essa, proseguono purtroppo anche le quotidiane difficoltà di ciascuno di noi.

Siamo tutti in difficoltà ma non dimentichiamoci di chi ha bisogno di aiuto e sostegno.

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