Sindrome FOMO | Ansia di essere esclusi: perché si genera sui social?

La Sindrome FOMO consiste nella costante paura di non essere abbastanza coinvolti nelle interazioni sociali. Il suo acronimo significa Fear Of Missing Out, letteralmente “paura di essere esclusi”. Che relazione hanno i social con la nascita di questa vera e propria patologia?

Sindrome FOMO
(Foto: Instagram)

social network ci forniscono allo stesso tempo una lunga serie di vantaggi e un’altrettanto lunga serie di trappole psicologiche in cui abbiamo sempre maggiore possibilità di incappare.

I social hanno la principale funzione di connetterci alle altre persone e, più nello specifico, di mantenerci in contatto con una più ristretta cerchia di contatti con i quali condividiamo anche relazioni nel mondo reale.

Nel corso degli anni i social hanno modificato profondamente il nostro comportamento, in particolare quello dei giovani e dei giovani adulti, che comprendono meglio e più rapidamente delle altre fasce di età le dinamiche e i costanti mutamenti dei social media.

Comprendere i social media e sfruttarne le immense possibilità implica però anche il grande rischio di finire preda di meccanismi tossici. Tra questi il più diffuso e il più pericoloso è quello che ci impedisce di stare bene da soli.

Sindrome FOMO: come e quando si genera?

ansia social
(Foto: Instagram)

Sui social tutti sembrano più felici o, almeno, sembrano più felici di quello che sono in realtà.

Nella maggior parte dei casi questo non accade perché le persone adoperano i social per costruire la narrazione di una vita perfetta (alcuni lo fanno coscientemente, ma si tratta di situazioni patologiche): semplicemente le persone comuni cercano di condividere momenti felici piuttosto che momenti di tristezza.

Questa scelta è perfettamente comprensibile: se “rileggendo” la nostra narrazione personale lungo la nostra bacheca o il nostro profilo social dovessimo trovare molti ricordi tristi, probabilmente torneremmo a essere tristi. Il motivo per cui si condividono momenti felici è principalmente per evitare la tristezza futura.

A causa di questa “epurazione” quasi inconsapevole, i social mostrano nella maggior parte dei casi persone felici e sorridenti, intente a svolgere attività piacevoli e degne di attenzione.

E’ qui che si genera il corto circuito che dà origine alla Sindrome FOMO: scorrendo la home page dei nostri social preferiti si ha la percezione di tutto quello che sta accadendo nella cerchia dei nostri conoscenti e, talvolta, anche molto al di fuori di essa.

Seguire degli influencer e scoprire che partecipano ogni sera a un evento mondano differente, o che sono impegnati nell’ennesimo viaggio oltre confine, ci darà inevitabilmente l’idea che ci stiamo perdendo qualcosa.

Social e solitudine: una relazione complicata

Ansia da esclusione
(Foto: Instagram)

Nel mondo contemporaneo le persone (ancora una volta principalmente i giovani e i giovani adulti) stanno perdendo il contatto con la solitudine, dimenticando quasi del tutto come si instaura una corretta relazione con se stessi.

Un esempio che tutti hanno provato almeno una volta nella vita è quello del rimanere a casa per il week end a causa di una serie di fattori non derivanti dalla nostra volontà.

Anche se inizialmente non stiamo vivendo male la questione, dedicandoci ad attività da svolgere in solitudine come guardare un film, leggere un libro o altro, scorrendo anche per un breve momento il feed di un social network possiamo diventare preda della Sindrome FOMO.

“Mi sono perso quell’evento”, “Tutti gli altri si divertono mentre io sono solo”, “Nessuno sente la mia mancanza” sono soltanto alcuni dei pensieri che possono attraversare la mente di una persona che comincia a cedere alla FOMO.

Come reagire alla Sindrome FOMO?

disintossicazione social

L’idea di sentirsi esclusi dai meccanismi o dagli eventi sociali di per sé non è indice di un problema psicologico, soprattutto se si manifesta in maniera episodica o relativa a eventi particolari.

Le cose diventano estremamente più preoccupanti, invece, se l’ansia di essere esclusi diventa una constante della vita di una persona.

Correre ai ripari, evitando di cadere in depressione partendo dalla FOMO, è abbastanza semplice, ma necessita naturalmente di un grande impegno e di una lucido sforzo di autoanalisi, che spesso le persone affette da Sindrome FOMO non riescono a sostenere.

In generale bisogna chiedersi se l’ansia da esclusione è generata da eventi reali o è soltanto una proiezione della nostra mente.

Nella stragrande maggioranza dei casi, la verità coincide con la seconda ipotesi. Perché sentirsi esclusi guardando video della cerimonia degli Oscar, se non abbiamo alcuna ragione per essere invitati alla cerimonia degli Oscar?

Perché sentirsi esclusi se non si posseggono i mezzi economici per fare un viaggio in Marocco simile a quello di tanti personaggi famosi?

Le cose si fanno un po’ più delicate quando l’ansia da esclusione si genera a partire da eventi a cui partecipano amici e conoscenti. 

In questo caso è fondamentale chiedersi per quale motivo non vi partecipiamo: se si è trattato di un puro caso, allora non bisogna ingigantire l’episodio; se si tratta invece di una serie di episodi che si sono ripetuti a distanza di tempo, bisogna capire quali sono i motivi che provocano l’esclusione. Una volta individuati, bisogna o lavorare per modificare la situazione oppure prenderne atto e lasciarseli alle spalle.

 

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Un post condiviso da Stefano De Martino (@stefanodemartino) in data:

In entrambi i casi sarà fondamentale comunque lavorare sul proprio equilibrio psicologico per costruirsi una personalità forte, in grado di resistere allo stress e alle ansie causate dai social network.

Stabilire di trascorrere alcune ore al giorno spegnendo il telefono o disattivando le notifiche social potrebbe essere un buon passo verso la “disintossicazione”.

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