Asia Argento: “Weinstein è stato condannato: mi sento vendicata”

Asia Argento ha commentato la condanna di Harvey Weinstein, che inchioda definitivamente il produttore Hollywoodiano come stupratore: nelle parole di Asia anche il ricordo del suo compagno.

Asia Argento
Asia Argento (Fonte: Instagram)

Asia Argento era stata tra le prime attrici a denunciare Harvey Weinstein apertamente, accusandolo di violenza e molestie sessuali.

La sua denuncia e quella di molte altre donne dello spettacolo americano ha sollevato, ormai due anni fa, il caso #Metoo, ovvero l’enorme campagna di sensibilizzazione nei confronti della violenza sulle donne da parte di uomini potenti che facevano leva sul proprio ruolo lavorativo pur di ottenere favori sessuali.

La Argento, così come moltissime altre donne che hanno sporto denuncia, è stata accusata da più parti di aver concesso favori sessuali volontariamente in cambio di ingaggi cinematografici e di aver deciso di rovinare Weinstein tirando in ballo all’improvviso episodi accaduti oltre vent’anni fa.

Al Fatto Quotidiano Asia ha spiegato il suo senso di sollevo e come si è sentita nelle ore che hanno seguito la condanna.

Asia Argento: “Weinstein ora è uno stupratore”

asia argento piange

Il periodo in cui esplose lo scandalo che fece tremare Hollywood Asia Argento venne travolta anche da un’altra lunga serie di guai che resero, letteralmente, la sua vita un’inferno.

Dopo la denuncia arrivò infatti una contro denuncia da parte dell’attore Jimmy Bennetche decise di rivolgere nei confronti della figlia di Dario Argento accuse molto simili a quelle che la stessa Asia aveva rivolto a Weinstein.

Il coinvolgimento di Asia in un caso di molestie sessuali, stavolta nel ruolo del carnefice, procurò alla regista il licenziamento in tronco da X – Factor, che la sostituì prontamente con Lodo Guenzi, frontman de Lo Stato Sociale che però non fu assolutamente all’altezza di Asia.

In questa già disastrosa situazione Asia dovette sopportare anche l’improvvisa scomparsa di Anthony Bourdain, che decise di commettere suicidio mentre i due erano nel pieno di una appassionata storia d’amore.

La risalita di Assia fu molto lenta e difficile. L’attrice e regista continuava a essere accusata di aver strumentalizzato il caso Weinstein e continuava ad essere accusata, più o meno velatamente, di essersi comportata come una prostituta.

Asia sopportò ogni offesa stoicamente ma oggi, con la condanna di Harvey Weinstein, si prende definitivamente la sua rivincita.

“Dopo 23 anni non vivrò più nel terrore” ha dichiarato Asia. “Mi sento vendicata […] nei confronti di tutti quegli uomini e pure di quelle donne che in Italia mi hanno chiamato “prostituta” solo per aver raccontato la verità su quanto mi era accaduto quando avevo 21 anni.”

Su Instagram Asia ha voluto commentare con due differenti post. Nel primo ringrazia pubblicamente il giudice e la giuria di NYC che hanno emesso la condanna e appare in un bellissimo selfie insieme alla sua amica SAM, un’altra delle vittime “sopravvissute” allo stupro di Weinstein.

Nello stesso messaggio Asia non può dimenticare di citare anche Anthony Bourdain, al quale dedica questa vittoria che l’attrice sente anche come sua. Il ricordo dell’uomo è una presenza costante nella vita della sua ex compagna, tanto che Asia lo aveva ricordato anche nel giorno di San Valentino.

 

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In un post più recente Asia ha anche riportato sul proprio profilo Instagram una delle tradizionali vignette ad acquerello realizzate dagli artisti che lavorano nei tribunali americani, dove non è possibile introdurre macchine fotografiche.

L’opera rappresenta naturalmente Weinstein in manette mentre riceve la condanna.

C’è da specificare che il ricchissimo produttore Hollywoodiano è stato condannato per crimine sessuale e stupro di terzo grado, due dei cinque reali de i quali era stato accusato.

Dopo oltre 24 ore di seduta ininterrotta la corte ha stabilito di considerarlo non colpevole di comportamenti da predatore sessuale, cioè di stupratore seriale, il capo di accusa più grave che gli era stato rivolto.

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