Guglielmo Scilla | Willwoosh e la lettera per prevenire il suicidio

Guglielmo Scilla, youtuber divenuto famoso con lo pseudonimo Willwoosh, risponde attraverso alcune stories su Instagram a un suo fan che gli ha svelato di aver pensato al suicidio.

“Non credo che serva credere in qualcosa per capire che un gesto simile sia una grandissima cazzata”

Niente giri di parole, frasi sottili o di circostanza. Per aiutare il suo fan in difficoltà Guglielmo Scilla, divenuto famoso per i suoi video su Youtube con lo pseudonimo Willwoosh (e del quale ricordiamo il celebre filmato in cui fece coming out) mette in campo tutta la sua sensibilità, profondità e, soprattutto, esperienza personale.

Comunicato via Instagram ai suoi follower di aver ricevuto un messaggio che lo ha spinto a delle “considerazioni che vorrei condividere con voi”, Guglielmo riporta la sua lunga risposta a chi lo ha contattato spiegando, evidentemente, di essere nel bel mezzo di un periodo molto difficile e di aver anche pensato al suicidio.

Condividere un simile messaggio è una scelta impegnativa, legata evidentemente al desiderio di aiutare più di un singolo fan. Molti possono attraversare periodi di crisi profonda, ed ecco come Willwoosh tenta nel suo piccolo di aiutare.

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La lettera di Guglielmo Scilla sul suicidio

guglielmo scilla suicidio
Foto da Instagram @guglielmoscilla

Quando ci si trova ad affrontare temi delicati come quello dei suicidio, trovare le parole non è certo semplice.

Si sente addosso il grande peso della responsabilità, quella sensazione di non essere all’altezza della situazione e la paura di fare più male che bene.

Appellarsi a ciò che si conosce veramente sembra dunque esser l’unica via percorribile con un margine di sicurezza (minimo forse ma pur sempre meglio di niente).

Ecco allora che nel rispondere al su follower in difficoltà, Guglielmo Scilla decide di partire da se stesso, dalle difficoltà che personalmente ha dovuto affrontare e che, dunque, conosce fin troppo bene.

Un punto in comune prezioso con il suo interlocutore, qualcosa che fa la differenza e rende le parole di Willwoosh incisive, semplici e profonde al tempo stesso, vere e, per questo, ancor più efficaci.

Andando sul personale, Guglielmo Scilla si trasforma in un amico fidato, di quelli che si mettono a disposizione per tendere una mano con sincero desiderio di aiutare. Non una risposta di circostanza dunque la sua, bensì il sincero tentativo di far intravedere la luce che troppo spesso rimane celata in fondo al tunnel per chi è in vera difficoltà.

Riproponiamo allora con grande gioia la lettera aperta di Willwoosh, conviti che non solo potrà esser di aiuto a molti ma che sia anche un ottimo esempio di qualche cosa che, a causa della frenesia moderna, troppo spesso dimentichiamo: ascoltare il nostro prossimo e rispondere per tentare di aiutare veramente e non solo per toglierci d’impaccio. obbligati a rispondere in una situazione non certamente comoda.

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“Ciao x, mi dispiace leggerti così triste.

Credo che l’emozione (passeggera o sedimentata nel tempo) possa spingere a partorire pensieri che, in momenti normali, non faresti mai.

Detto ciò, da una parte mi sento in grandissima difficoltà. Non sono nessuno per poterti dare una mano o un consiglio risolutore, specialmente se professionisti, amici e familiari non sono riusciti a farlo prima di me. Non penso di essere un supereroe né un’anima particolarmente elevata da poter partorire (o averne anche solo il diritto) un pensiero che possa aggiustare la tua situazione.

Ho avuto varie fasi nella mia vita in cui mi sono sentito “giù”. Momenti in cui se fossi andato via da questo mondo non mi sarebbe importato più di che, anche perché prima o poi si muore tutti e cercare di fare durare il più possibile la propria candela non porta a niente, se non a tanta cera da pulire.

Non credo nemmeno che il pensiero “fuggire dai problemi non risolve nulla” sia corretto. Anche, perché secondo la mia ottica IGNORANTE e PROFANA, fuggire può essere una soluzione. Nel mio caso, poi, fuggire dalla vita è la soluzione più facile, perché è l’unica che non comporterebbe conseguenze. Non credo nell’aldilà, quindi, tutto ciò che sia off, buio, fine della sofferenza è una soluzione.

Detto ciò, non credo che serva credere in qualcosa per capire che un gesto simile sia una grandissima cazzata.

Mi ricordo che in passato cercavo aiuto dagli altri, un aiuto che non mi bastava mai. La realtà è che gli altri possono arrivare fino a un certo punto: sono solo persone, alcune più efficaci e altre meno. L’unica persona che poteva davvero darmi una mano ero io. Non puoi fare una dieta se non hai la testa . Non puoi vivere felice se cerchi di dare torto alla vita non appena puoi. Io non ero felice sul lavoro: non facevo quello che volevo; sentimentalmente: non amavo e non ero amato; umanamente: mi sentivo inutile, incorporeo, privo di massa e di spessore. A me ha aiutato molto iniziare a prendermi cura di me. Anzi, mi ha letteralmente salvato. Mangiare sano, mettermi in moto, leggere, bere ciò che di bello esiste ed è esistito su questo pianeta, capire cosa volessi fare e cercare di ottenerlo. E poi c’è stata la creatività nel senso più ampio del termine. Quella mi salva la vita ancora ogni giorno. Ho cercato, anche controvoglia e senza crederci, di fare una serie di attività che mi permettessero di prendermi cura del mio corpo e della mia mente. Un gesto di amore nei miei confronti che non ricevevo da parte di chi mi stava attorno (ma che un sacco di persone come noi NON riceve quotidianamente).

Il tempo e la costanza hanno riorganizzato i miei muscoli, il mio sangue, le mie sinapsi, ma soprattutto hanno cambiato i miei occhi e il modo in cui guardavano la vita. Pian piano le cose attorno a me sono cambiate e, se un attimo mollo il colpo, la tristezza e i pensieri negativi tornano.

La felicità non credo sia una conseguenza di quello che ci accade, piuttosto una conseguenza di quello che facciamo accadere. Ti auguro di provarci a volerti più bene, anche se sei il primo a credere che non sia possibile farlo. Anche perché più in basso di così non si può andare, si può solo salire”

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Parole toccanti, vere, personali e al tempo stesso universali.

Guglielmo chiude poi questa serie di stories con un messaggio rivolto non solo al suo interlocutore ma a tutti coloro che convivono con il dolore e la sensazione angosciante di essere soli con esso:

“Non abbiate paura di chiedere aiuto. Fidatevi degli specialisti, di chi vi ama, ma soprattutto imparate a fidarvi di voi e della vita ❤️”

guglielmo scilla instagram
Foto da Instagram @guglielmoscilla

Se la solitudine e la depressione sono quantomai mali simbolo del nostro tempo, importanti sono messaggi come questo inviato dallo Youtuber via Instagram, parole non solo di speranza ma anche propositive, attente e di chi mette la propria esperienza a disposizione del suo prossimo, con umiltà ma anche con la sincera voglia di aiutare. Un piccolo passo che tutti dovremmo imparare ad emulare.

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