“Achille Lauro spacciava e rubava” | Il racconto di Carmelo Abbate

“Achille Lauro spacciava e rubava. Il rap l’ha tenuto a galla”: Carmelo Abbate svela il passato oscuro del cantante nel libro “Le storie degli altri”.

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Achille Lauro – Foto Instagram

Carmelo Abbate nel libro “Le storie degli altri” racconta il passato oscuro di Achille Lauro, il cantante che in due anni ha conquistato la ribalta nazionale e che, partecipando al Festival di Sanremo 2020 ha diviso l’opinione pubblica.

Il passato di Achille Lauro svelato da Carmelo Abbate: “spacciava e rubava. Il rap l’ha tenuto a galla”

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Achille Lauro – Foto Instagram

Con la canzone “Me ne frego” Achille Lauro, sul palco del Festival di Sanremo 2020 ha voluto portare un messaggio di libertà. Sin dalla prima esibizione ha fatto parlare di sè e se il vero vincitore della settantesima edizione del Festival è Diodato, Achille Lauro è considerato il vincitore morale. La canzone è in testa a tutte le classifiche e il suo nome sta riempiendo le prime pagine di tutti i giornali, ma chi è davvero Achille Lauro?

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Carmelo Abbate nel libro “Le storie degli altri” parla di Achille Lauro:

Lui è Lauro. Nasce a Roma nel 1990. È un bambino brillante, eccentrico. Cresce in una normale famiglia borghese. Frequenta le elementari. Sembra un giorno come un altro. I genitori hanno una comunicazione importante da fare. Basta cene fuori, vestiti o telefonino, siamo pieni di debiti. Lauro conosce il significato della parola rinuncia. Esce con gli amici, finge di aver già mangiato, si vergogna a dire che non ha soldi. Paura, ansia, rabbia lo divorano. Ha 12 anni. Vuole tutto quello che non ha. Spaccia, ruba motorini, li rivende. Entra in un supermercato con gli amici e la fidanzata. Ha una pistola. Dammi i soldi, cazzo, in fretta. Eccoli, li stringe tra le mani. È eccitato. Ha 14 anni. I genitori cambiano città. Lauro resta a Roma con il fratello più grande. Sono soli. Non sono capaci di prepararsi nemmeno un piatto di pasta. Sono allo sbando. Il fratello fa il deejay per un gruppo rap della zona. Lauro ascolta la loro musica, assorbe le rime, la solitudine degli emarginati. Frequenta feste, rave, si sballa, si perde. La differenza tra essere e avere si annulla. I compagni di strada sono la sua nuova famiglia. Gente come lui, senza prospettive, senza futuro”.

Achille Lauro
Achille Lauro a Sanremo 2020 – Screenshot da video

Poi continua:

“Passano gli anni. Lauro è solo. Molti amici sono scomparsi, qualcuno è finito in prigione, qualcuno è morto. Lui è in bilico, lo tiene a galla il rap. Pubblica la sua prima raccolta di canzoni. È il 2013. L’etichetta di Marracash lo mette sotto contratto. Achille Lauro diventa il nuovo volto del rap italiano. Con i soldi guadagnati paga i debiti di famiglia e ricompra i gioielli della nonna che la madre aveva impegnato. Il successo è una botta di adrenalina. Alberghi, donne, vestiti. Ora ha tutto, ma la rabbia è sempre la stessa. Il desiderio di possedere lo divora. È il 2020. Partecipa a Sanremo, si traveste da San Francesco, Ziggy Stardust, la marchesa Casati e la regina Elisabetta. Voglio osare, disprezzo le convenzioni, di quel che pensate me ne frego”. Cliccate qui per vedere il post.
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