Venezia, “grazie angeli dell’acqua” | Lettera del patriarca ai volontari

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Tutti lo sappiamo, i telegiornali e la televisione in generale non parlando di altro. Le lunghe giornate di maltempo hanno flagellato l’intera Italia, devastando molte delle sue più belle località, ma una tra tutte è divenuta il simbolo delle terribili conseguenze delle piogge: Venezia.

La laguna è stata letteralmente inondata e la conta dei Dani presenta cifre vertiginose, oltre a intere famiglie che hanno perso molto se non tutto.

Mentre l’acqua si ritira si fa la conta die danni, dalla Basilica di San Marco dove i mosaici iniziano a cedere alle conseguenze per il Teatro la Fenice, passando poi per tutte le altre chiese e i luoghi più antichi della città. E poi ci sono i privati: case, esercizi commerciali e tutto ciò che i veneziani hanno oramai perduto.

Come ha detto il sindaco Luigi Brugnaro, la città si sta già rimboccando le maniche e, fortunatamente, i veneziani non sono soli. Numerosissimi i volontari giunti per fornire il loro aiuto ed è proprio a loro che si è voluto rivolgere il patriarca Moraglia, redigendo una pubblica lettera di ringraziamento.

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Venezia, lettera del patriarca ai volontari

Foto da Instagram @shot_italia

Il patriarca Moraglia ha deciso di ringraziare con una lettera resa pubblica ragazzi e giovani che stanno aiutando Venezia a risollevarsi dalle difficili conseguenze del maltempo.

“Carissimi ragazze e ragazzi,

veri angeli dell’acqua alta, grazie per il vostro gesto semplice che dischiude il cuore alla speranza.

Il mio grazie a voi che – in questi giorni di sofferenza per la nostra amatissima e ferita città – vi siete resi disponibili ad aiutare chi è stato colpito dall’eccezionale ondata d’acqua alta.

Torno col pensiero alla grande alluvione che colpì la Liguria nell’ormai lontano 1970 quando, allora diciassettenne e studente liceale, ho trascorso insieme a tanti miei coetanei più settimane a spalare fango.

Non fu tanto un esercizio fisico, ma qualcosa di più, la ricerca di un’empatia con una città ferita che nasceva dall’anima che, sempre, è la guida della persona.

Il sorriso e il grazie, ricevuti alla fine di una giornata di duro lavoro, rappresentavano qualcosa che mi faceva sentire non importante ma felice, in sintonia con quelle persone che si erano soccorse e con l’intera città.

Il vostro gesto così semplice, cari e, consentitemi, splendidi ragazzi, fa bene a tutti, a voi che lo state compiendo, a chi ne beneficia, a chi vi osserva, a tutta la città.”

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“Per voi, ne sono certo, è un gesto spontaneo che viene dal cuore; per noi adulti un gesto splendido, così come è splendida la vostra età. Così ci aiutate a guardare il futuro con speranza perché il vostro è un gesto che va oltre ciò che materialmente realizza ed è importantissimo per il significato che riveste.

I gesti, talvolta, parlano più di mille parole; voi ci dite che l’altro vi sta a cuore. Sì, attenzione all’altro ma non solo. Con questo gesto ci aprite alla speranza di una nuova convivenza sociale, più aperta alle necessità altrui e ad una reale condivisione, non volendo lasciare indietro nessuno.

Infine questo vostro gesto è, per noi adulti, motivo di consolazione poiché ci fa intravvedere una Venezia che noi non siamo ancora riusciti a costruire. Sentiamo così anche il bisogno di dare a voi più spazio, a voi cittadini di un domani ormai prossimo che speriamo, presto, diventi anche il nostro oggi.

Cari ragazzi e ragazze, rinnovo la mia gratitudine commosso per la testimonianza che date con semplicità e gioia. La vostra cordiale e determinata creatività dice che la convivenza della città nasce da scelte semplici, concrete e generose proprio da parte di chi l’abita e l’ama.

Dio vi benedica e la Madonna della Salute vi protegga!”

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