Una famiglia nera adotta un bambino bianco, ecco la lezione di vita

Non è raro vedere famiglie caucasiche adottare bambini di tutte le culture ed etnie, questo gesto non comporta mai commenti denigratori, ma non è lostesso nel caso inverso.

Dopo che questa famiglia afroamericana ha preso la decisione di adottare un bambino bianco di nome Princeton, ha dovuto affrontare molti pregiudizi e in primis il razzismo. Tuttavia, questa casa felice ha superato questa sfida imparando una grandissima lezione di vita.. Questa storia è stata trasmessa dai nostri colleghi americani sul sito Web di Today.

Angelina Jolie, Madonna, Mia Farrow, sono molte le celebrità interplanetarie che hanno adottato un bambino di diversa cultura e hanno reso questo gesto un atto militante. Tuttavia, quando si tratta di una famiglia di colore che adotta un bambino bianco, spesso ci si imbatte in pregiudizi e accuse ingiuste. Questa è stato il caso di questa famiglia afro-americana che ha accolto Princeton nella loro vita e accettato questa sfida come un’opportunità per abbattere gli stereotipi. Una sfida che i Jones-Baldwins sono riusciti ad affrontare brillantemente seppur con non poche difficoltà.

Il piccolo Princeton

Adottare un bambino e integrarlo pienamente nella vita famigliare è sempre una sfida incerta, specialmente quando il bambino appartiene a una razza diversa. Questo è ciò che imparerà questa famiglia della Carolina del Nord nonostante dopo aver deciso di adottare un bambino bianco chiamato Princeton. Felici di aver adottato un adorabile bambino bisognoso di amore, non vengono risparmiati dal razzismo e da accuse ingiuste nei loro confronti.

Un amore a prima vista

Quando questa madre di 36 anni ha incontrato per la prima volta il piccolo Princeton, non ha avuto nessuna esitazione. “Il direttore del centro di adozione mi ha chiamato e mi ha chiesto di incontrare un bimbo di nome Princeton. Non ho esitato, sono andata immediatamente all’orfanotrofio “. Mamma Jones-Baldwin si recò con entusiasmo nell’orfanotrofio e detto fattp accolse il suo futuro “lieto evento”.

Una madre tossicodipendente

Il piccolo Princeton nacque prematuramente, pesava solo un chilogrammo. La madre biologica del bambino era una tossicodipendente e suo figlio soffriva di sindrome da astinenza, un fenomeno comune in questo caso. Fin dalla prima occhiata, la famiglia Jones-Baldwin si innamorò immediatamente di questo adorabile e fragile piccolo essere. Il loro incontro li ha portati a visitare il centro di adozione ogni giorno per contemplare questo bambino dai capelli biondo cenere.

Stereotipi ed accuse ingiuste

Dopo aver deciso di adottare il piccolo Princeton, la famiglia afroamericana ha dovuto affrontare cliché inaspettati. “Veniamo spesso fissati. I passanti mi chiedono sempre se sono la babysitter di Princeton. Alcuni sconosciuti mi dicono: “Perché non hai lasciato che venisse adottato da una famiglia della stessa razza? “” racconta la madre Jones-Baldwin.

E i cliché hanno la pelle dura e arrivano persino a raggiungere proporzioni fuori misura. Questa famiglia unita è stata accusata di andare contro la legge per via di questa adozione. “Eravamo in vacanza, volevamo solo immortalare questo quadretto familiare. Una giovane donna si è offerta di scattare la nostra foto e poi ha messo in dubbio che il bambino fosse effettivamente sotto la nostra tutela: “Siete sicuri di averlo adottato? Mi sembra di avergli scattato una foto con la sua vera famiglia solo due settimane fa”.

Un’accusa dolorosa, che purtroppo non è stata l’unica. fatti come questi fanno parte della vita quotidiana dei Jones-Baldwin, stigmatizzata da queste presunzioni arbitrariamente razziste. A seguito di questo cupo aneddoto, la polizia è andata a incontrarli e ha chiesto loro prove amministrative che il nuovo Jones-Baldwin fosse effettivamente sotto la loro tutela. Qualche tempo dopo, le autorità sono dovute intervenire nuovamente dopo la denuncia dei vicini che hanno accusato questa famiglia di aver rapito il piccolo Princeton.

Adozioni, tra necessità di sensibilizzazioni e sfide

Costantemente sotto accusa, questa famiglia decide di sollevare il velo sulla loro vita quotidiana e pubblicare i loro momenti speciali con il piccolo Princeton su Facebook. “Anche se non condividiamo lo stesso sangue con il nostro bambino, condividiamo sicuramente un amore intenso in comune. Quando Princeton è entrato nelle nostre vite, ha conquistato i nostri cuori. L’amore prende il sopravvento su tutto”, afferma la madre. Un messaggio di speranza di fronte ad accuse ingiuste e dolorose.

Un bambino di un’altra cultura è sempre una sfida per la famiglia adottiva. Alcuni seminari di adozione sono nati appositamente per aiutare i genitori a gestire il triangolo adottivo (genitori biologici-genitori adottivi-bambini biologici) al fine di ricollegare il bambino alla sua storia e quindi combattere il sentimento di abbandono che può influenzare il bambino fin dall’infanzia.

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