Greta Thunberg: chi è la sedicenne che vuole cambiare il mondo

Chi è Greta Thunberg, l’attivista sedicenne che vuole cambiare il mondo, e come è iniziata la sua battaglia?

Greta Thunberg (Fonte: Getty Images)

Greta Thunberg è nata il 3 Gennaio 2003 in Svezia, ed è figlia della cantante d’opera Malena Ernman e dell’attore Svante Thunberg. All’età di undici anni Greta ha scoperto di essere affetta dalla sindrome di Asperger, ma questa sua caratteristica non ha mai ostacolato la sua battaglia ambientalista.

La Svezia si è accorta per la prima volta di Greta ad Agosto 2018. L’anno scorso la giovane Thunberg, 15enne, frequentava il nono anno di scuola a Stoccolma. Il 20 Agosto, in seguito ai numerosi distruttivi incendi che hanno devastato i boschi della Svezia, Greta decise che non sarebbe entrata in classe fino alle elezioni politiche del 9 Settembre. La ragazzina passò tutta la mattina, e quelle seguenti, seduta di fronte al Parlamento. In un’intervista al Guardian Greta descrive così il suo primo giorno di protesta: “Ho scritto uno slogan su un pezzo di legno e ho annotato sui volantini alcune cose che pensavo che tutti dovessero sapere. Poi sono andata in bici in parlamento e mi sono seduta lì. Il primo giorno, mi sono seduta da sola dalle 8:30 alle 15:00, il normale orario scolastico. E poi dal secondo giorno, la gente ha iniziato a unirsi a me”. Il gesto di Greta era mirato ad attirare l’attenzione del governo sui danni causati dalle ondate di calore della scorsa estate.

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Greta Thunberg (Fonte: Getty Images)

Greta Thunberg ha mantenuto la sua promessa, e ha continuato a scioperare tutti i giorni fino alle elezioni nazionali svedesi. Dopo il 20 Agosto i suoi gesti e i suoi discorsi sono diventati virali, e hanno dato il buon esempio a migliaia di ragazzi in tutto il mondo. Il movimento studentesco nato dall’esempio di Greta chiede, pacificamente ma con decisione, ai potenti del pianeta di preoccuparsi e tutelare l’ambiente e il futuro delle nuove generazioni. Greta racconta “Penso troppo. Alcune persone possono semplicemente lasciare andare le cose, ma non posso, soprattutto se c’è qualcosa che mi preoccupa o che mi rende triste. Mi ricordo quando ero più piccola e a scuola ci hanno mostrato documentari sulla plastica nell’oceano, sugli orsi polari affamati e così via. Ho pianto per ognuno di essi, ma mentre i miei compagni di classe si preoccupavano per il tempo che durava il video, quelle immagini sono rimaste impresse nella mia testa”.

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