Con il mese di aprile ufficialmente entrato nella sua seconda metà, si comincia a parlare delle pensioni di maggio e già da ora emerge che il pagamento arriverà in ritardo: per quale motivo e a quando è stato posticipato.
Il 2025 non ha rappresentato l’anno di svolta per i pensionati. La rivalutazione degli assegni pensionistici c’è stata, ma non come ce la si sarebbe aspettata o più che altro auspicata. La rivalutazione ha riguardato infatti esclusivamente l’adeguamento della cifra in merito all’inflazione e dunque all’aumento del costo della vita, ma non ci sono stati aumenti extra come i tanto desiderati mille euro di pensione minima.

Nei giorni scorsi si è parlato della possibilità che nel mese di maggio ci potesse essere un’ulteriore rivalutazione dell’assegno pensionistico, dunque che tutti i pensionati avrebbero beneficiato di un leggero aumento della somma mensile. Purtroppo però è già stato chiarito che i conteggi per la pensione di maggio saranno effettuati allo stesso modo di quelli fatti nel mese di aprile.
Le somme dunque dovrebbero rimanere invariate, in ogni caso potrebbero esserci delle eccezioni relative a specifici casi – ad esempio un conguaglio per errore di calcolo nei mesi precedenti – e per poterlo sapere vi basterà controllare il cedolino che l’INPS caricherà nei prossimi giorni nella pagina personale di ciascun beneficiario.
La rivalutazione dovrebbe rimanere quella già goduta in gennaio ovvero un generale 0,8% in più per tutti i pensionati e un 2,2% in più per chi riceve la pensione minima (603,40 euro). La prossima mensilità più ricca, salvo cambiamenti dell’ultima ora, sarà quella di luglio, mese in cui verrà corrisposta la quattordicesima.
A maggio le pensioni arrivano in ritardo, ma non c’è bisogno di preoccuparsi
Il mancato aumento o rivalutazione dell’assegno pensionistico è una notizia non piacevole per chi prende la pensione minima o comunque una pensione molto bassa. A questo va aggiunto che è già noto che a maggio ci sarà un leggero ritardo. Non bisogna però preoccuparsi poiché il ritardo non è dovuto ad un disservizio dell’INPS o a controlli che possano far slittare il pagamento di settimane.

Come sapranno i percettori, le pensioni vengono pagate il primo giorno utile del mese. Se fino a qualche tempo fa chi decideva di ritirare in contanti la pensione doveva attendere il turno in base all’ordine alfabetico, oggi questa suddivisione nata in tempi di pandemia è stata totalmente abbandonata e tutti possono ricevere l’assegno lo stesso giorno.
Per giorno utile s’intende lavorativo, il che implica che se un mese comincia di domenica o di festivo, la data di pagamento slitta al giorno successivo. Maggio come da tradizione comincia con la festa dei lavoratori, un giorno in cui tutto si ferma e dunque la pensione giungerà a tutti giorno venerdì 2 maggio.