La chiusura delle discoteche ha diviso l’opinione pubblica: tra favorevoli e contrari, il Governo deve fare i conti con gli esercenti sul piede di guerra e le opposizioni infervorate. La situazione.
Ferie d’agosto, o quel che ne resta, con tanti interrogativi. Uno su tutti: che tipo di serate aspettano coloro che andranno in vacanza a partire dal 20 del mese? Il diktat resta lo stesso: discoteche chiuse, vietate anche le attività all’aperto – come balli in spiaggia ed eventi collettivi – laddove non fosse possibile mantenere il distanziamento. Poi c’è il capitolo mascherine: dalle 18.00 in avanti è tornata l’obbligatorietà di indossarle nei luoghi aperti al pubblico.
Nuova ordinanza:
1. Sospensione delle attività del ballo, all’aperto e al chiuso, che abbiano luogo in discoteche e in ogni altro spazio aperto al pubblico.
2. Obbligo di mascherina anche all’aperto dalle 18 alle 6 nei luoghi dove c’è rischio di assembramento.
Avanti con prudenza— Roberto Speranza (@robersperanza) August 16, 2020
La stretta, voluta dal Governo con l’appoggio del Ministro della Salute Roberto Speranza, è dovuta ad un incremento dei contagi da COVID-19 in funzione alle attività di vacanza. Chi torna dall’estero può essere stato contagiato, quindi meglio fare attenzione. Come dire, sotto accusa ci sono i giovani e le scelte – talvolta avventate – riguardo la movida e le scarse precauzioni prese finora con la complicità indiretta delle Regioni che hanno preferito tenere aperti alcuni locali nonostante non ci fossero le condizioni per mantenere alta la prevenzione con relative distanze, ma il problema non è solo quello.
Discoteche chiuse, il Governo dalla parte degli esercenti: “Pronti aiuti economici”
C’è anche il lato economico: gli esercenti di disco-pub attaccano l’Esecutivo per via dei mancati introiti economici. Le mancate attività notturne, diciamo così, porteranno nelle tasche di imprenditori e addetti ai lavori una perdita pari a 4 miliardi annui. Questo significa, ammoniscono le associazioni di categoria, che molta gente rimarrà disoccupata. In tal senso il Governo promette degli aiuti, al grido – oramai abbiamo imparato a conoscerlo – di “nessuno resta indietro”.
Il dilemma, però, a quanto pare è restar chiusi: in tal senso anche l’opinione pubblica e politica è divisa. C’è chi approva questo dietrofront istituzionale con relativa ridimensionata delle attività aperte e disponibili e chi, invece, parla di “scoppio ritardato” perché chiudere le discoteche e le attività ad esse correlate dopo Ferragosto (giornata più calda in fatto di entrate e possibilità di divertimento) è ritenuto tardivo e inefficace.
Il Premier Conte, dal canto suo, si appella nuovamente alla coscienziosità dei cittadini chiamando anche in causa gli enti locali: “Soltanto la storia potrà giudicarci”. Tradotto: la pandemia ancora non è finita e non c’è tempo per polemiche sterili. Intanto, però, il dibattito con le opposizioni è sempre più acceso: Salvini e Meloni contestano le prese di posizione del Presidente del Consiglio e parlano di poca attenzione ad altre questioni, come quella legata all’immigrazione clandestina. La chiusura delle discoteche, fra esercenti inviperiti e reazioni stizzite di una parte della classe dirigente, sembrerebbe aver riaperto vecchie ferite.
Se il governo ritiene di chiudere le #discoteche deve anche chiudere i porti agli sbarchi illegali. Non si può ignorare legame tra aumento contagi e immigrazione clandestina. I nostri settori produttivi e le aziende sono in ginocchio: l’Italia non merita questo governo scellerato
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) August 16, 2020
Chiudono #discoteche e sale da ballo.
Lasciano i porti spalancati.
Vergogna! pic.twitter.com/jOafNQVPbr— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) August 16, 2020
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