Elena Delle Donne, stella del basket aveva rinunciato per la sorella disabile

Elena Delle Donne è oggi la giocatrice di basket più forte al mondo ma c’è statua momento in cui avrebbe lasciato tutto per amore della sorella affetta da gravi disabilità.

“C’è stato un giorno in cui non avrei mai neanche sognato di essere qui, un giorno in cui ho lasciato giù la palla da basket e pensavo che l’avrei lasciata lì per sempre. Per questo è un po’ uno shock per me essere seduta qui ora”

A parlare è Elena Delle Donne, superstar del basket vincitrice nel 2018 del premio di Mvp della WNBA e nel 2019 del titolo WNBA conquistato con le Washington Mystics.

La sua carriera è un vero e proprio faro per le giovani generazioni: ai tempi delle medie batte regolarmente in 1vs1 il fratello Gene, di tre anni più grande di lei, e al liceo domina nel basket così come nella pallavolo. E per Elena Delle Donne era solo l’inizio. Lungo la sua luminosa carriera l’atleta è divenuta la sesta donna capace di vincere sia il titolo di Rookie Of The Year sia quello di Mvp ma non solo: ha sconfitto la sindrome da burnout che l’aveva colpita alla fine della sua carriera liceale, ha dovuto combattere per due volte con la malattia di Lyme, una sorta di disturbo che ti fa sentire perennemente spossato come se si fosse influenzati ogni giorno della propria vita, e si rapporta quotidianamente con stile impareggiabile contro commenti sessisti e profondamente offensivi che sembrano inevitabile per una donna tanto talentosa quanto affascinante.

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Più di ogni altra cosa però Elena Delle Donne ha saputo affrontare la vita seguendo le giuste priorità, mettendo il cuore prima della carriera.

Ripercorriamo allora insieme la storia di questa incredibile donna.

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L’incredibile storia di Elena Delle Donne

Foto da Instagram @de11edonne

Già da adolescente Elena Delle Donne era ritenuta, a livello nazionale, un prospetto di altissimo livello sia nel basket che nella pallavolo.  Tutti i migliori college fanno carte false per averla: la North Carolina le offre una borsa universitaria quando ha ancora 13 anni. Ma quando. farsi sotto è il UConn, il college di basket femminile numero uno d’America, non ce ‘è più per nessuno: Elena fa le valigie e per la prima volta si ritrova lontana da casa. Resisterà appena tre giorni, 72 ore prima di scappa per tornare dalla sua famiglia.

Non è la solita storia della ragazzina che si spaventa di fronte alla grande opportunità. Elena Delle Donne aveva lasciato qualcuno di davvero speciale a casa, qualcuno che senza di lei letteralmente non poteva vivere.

Sua sorella maggiore Lizzie è affetta da una gravissima serie di handicap: cieca e sorda fin dalla nascita, soffre di paralisi cerebrale e di autismo, ha subito oltre 30 interventi nel corso della vita e non ha mai neanche potuto imparare a parlare. Lizzie è quasi isolata dal mondo esterno. C’è solo un modo in cui comunica: con il tatto. Lei ed Elena passano ore a comunicare toccandosi le mani, abbracciandosi, baciandosi: se Lizzie ha fame o sete o freddo, tocca le mani di Elena in un determinato modo e lei capisce al volo quale sia la necessità della sorella. Elena ama alla follia Lizzie e al momento del primo vero grande distacco della loro vita capisce che no, non può abbandonarla e non può stare lontano da lei. Entrambe hanno bisogno l’una dell’altra.

Elena Delle Donne fa sapere così che non giocherà a basket per loro e che ha bisogno di un “personal break” a causa di questioni private. La sua carriera sembra finita ancor prima di iniziare.

Elena si iscrive alla University of Delaware, piccolo ateneo a poco più di 10 miglia da casa, compromesso perfetto tra gli studi da proseguire e Lizzie a cui dedicare quanto più tempo possibile.

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Il basket rimane però lontano: la ragazza riprende a giocare a pallavolo ma si tiene alla larga dallo sport che avrebbe dovuto portarla lontano. Si può però veramente fuggire al proprio destino? A quanto pare no.

In una notte del gennaio 2009 Delle Donne entra allora nel palazzetto di Delaware University, col campus ancora semideserto per il break invernale. Ci sono solo lei e la palla e soci, nel silenzio della palestra, Elena torna a tirare a canestro per la prima volta dopo oltre 8 mesi. Il talento è sempre lì e così l’amore per il gioco. Dopo un anno sabbatico Elena si sente pronta a tornare a fare ciò che di gran lunga le riesce meglio, al pari solo di essere il punto di riferimento di sua sorella: giocare a basket.

Elena Delle Donne non si fermerà più. Il resto della sua storia sono numeri da record, primati, vittorie e una carriera nell’Olimpo del basket.

A ciò aggiungiamo una schiacciante ironia nell’affrontare chi commenta con volgarità e ignoranza il talento di una donna nello sport e la leggerezza con cui ha reso il mondo partecipe della sua sessualità prima e della sua vita sentimentale dopo, con tanto di matrimonio andato in streaming.

Elena Delle Donne è così non solo un’icona dello sport ma piuttosto una vera e propria icona dell’universo femminile. Forse con il tatto riuscirà a spiegare tutto ciò anche Lizzie che non l’ha mai vista giocare e non l’ha mai seguita sui social ma che sa da sempre di avere vicino una sorella molto speciale:

“Lizzie non sa nemmeno che sono una giocatrice di basket, ma è stata la più grande motivazione per arrivare sino a qui. Le sono state date le carte peggiori possibili da giocare nella vita, ma ogni giorno si alza, sorride, ride, ama.”

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