Ci rapinano e non ce ne accorgiamo: cosa sta succedendo al nostro conto corrente

Ci rapinano e non ce ne accorgiamo: ecco cosa sta accadendo a tutti i contribuenti in Italia e perché potresti veder sparire una determinata somma dal tuo conto corrente.

Davvero ci rapinano e non ce ne accorgiamo? Spesso è così. Anzi, ce ne accorgiamo, ma non riusciamo a comprenderne il motivo.

Ci rapinano accorgiamo
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Proprio così: se hai notato che la cifra presente sul tuo conto corrente è diminuita, sappi che potresti non essere solo.

In effetti, tantissimi contribuenti si sono trovati ad affrontare questo problema serissimo, ma senza sapere dove fossero andati a finire i loro soldi.

Ci rapinano davvero senza che ce ne accorgiamo? Ecco tutta la verità.

Ci rapinano e non ce ne accorgiamo? Ecco cosa sta accadendo

Se è vero che ci rapinano e non ce ne accorgiamo lo è anche che c’è una (validissima) ragione e che di certo non stiamo parlando di un vero furto.

Ci rapinano accorgiamo
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Nel frattempo sappiamo che allo stesso modo stiamo anche pagando le conseguenze della guerra in Ucraina, anche se in questo caso la sparizione dei nostri soldi non dipende da questo.

Spieghiamo innanzitutto chi è che ci sta “rapinando”: parliamo dello Stato, che prende dei soldi dal nostro conto corrente.

Ovviamente non lo fa né a caso, né senza un reale motivo alla base: il succo del discorso si chiama imposta di bollo.

Di cosa si tratta? Di un tributo statale “indiretto”, cioè che si rivale sul capitale “in occasione di manifestazione indiretta della capacità contributiva”.

La legge vuole che questa debba essere applicata su ogni conto corrente ed ogni conto di deposito. Qualora una stessa persona dovesse averne più uno, dovrà essere applicata su tutti i conti attivi del soggetto.

Sappiamo inoltre che questa non è in alcun modo collegata all’importo del contribuente, ma è una somma fissa, uguale quindi per tutti.

Se il cliente è una persona fisica sarà del valore di 34,20 euro su ogni conto attivo, se invece parliamo di una società ammonta a 100 euro. 

C’è solo un caso in cui non bisognerà pagare l’imposta di bollo e cioè se la giacenza media del conto corrente o del libretto postale è inferiore a 5mila euro.

A questo punto però è doverosa una precisazione. Quando consideriamo la giacenza media, non consideriamo un singolo conto corrente (oppure conto di deposito).

Quello che consideriamo è la somma di tutti i conti e tutti i libretti intestati alla stessa persona e aperti presso gli stessi istituti di credito.

L’unica eccezione è costituita dai libretti postali e dai conti correnti postali, che non saranno cumulati anche perché mentre i primi sono rapporti diretti con Cassa Depositi e Prestiti, i secondi dipendono dalle Poste Italiane.

Sono inoltre esenti dall’imposta di bollo i contribuenti che hanno un contratto con un Istituto di credito che deciderà di farsi carico dell’imposta statale.

In ogni caso comunque questa è applicata il 31 dicembre di ogni anno, per cui se dovessi renderti conto che verso quel periodo dell’anno il tuo conto subisce una perdita, sappi che è verosimilmente per questo.

Infatti la somma non deve essere erogata dal conto corrente del contribuente e versata allo Stato, ma viene prelevata in maniera del tutto automatica.

Se hai aperto il conto a metà anno (oppure comunque durante l’anno solare in corso) cosa accade?

L’imposta di bollo non deve essere pagata interamente, perché questa dipende dal periodo di vita del conto, quindi se questo esiste da meno di 12 mesi, andrà calcolato parzialmente.

Come si fa? Calcolando l’ammontare della tassa sui giorni di reale esistenza del conto o del libretto.

In pratica dovremo semplicemente contare i giorni di vita del conto, moltiplicarli per 34,20 (oppure 100 nel caso di persona giuridica e non fisica) e dividere ciò che esce per 365 (366 nel caso di anno bisestile). Il risultato sarà la somma che vedremo “sparire” dal nostro conto.

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