Supermercati vuoti, conti in rosso: cosa ci aspetta per colpa della guerra in Ucraina

I prezzi dei prodotti più acquistati nei supermercati italiani sono destinati ad aumentare. La colpa è solo della guerra in Ucraina?

I consumatori italiani stanno impazzendo a causa dell’aumento dei prezzi. Gli scaffali dei supermercati sono pieni di prodotti che hanno subito un incremento molto significativo. L’Istat comunica che l’inflazione generale registrata ad aprile è stata del 6,2%, in leggero ribasso rispetto al 6,5% del mese precedente. I prezzi sono saliti dal 5 al 6% nell’ultimo mese e questo fenomeno è destinato a crescere, suscitando l’indignazione delle associazioni di consumatori.

Aumento prodotti supermercati guerra Ucraina
Foto: web source

Il dato curioso riguarda proprio l’aumento dei prezzi. Le materie prime hanno subito degli incrementi nettamente superiori rispetto ai prezzi finali che troviamo nei supermercati, questo vuol dire che i produttori agricoli o di altre materie prime stanno guadagnando pochissimo. Per un terzo degli allevamenti italiani, secondo quanto riportato dalle statistiche, i ricavi sono nulli.

Ad esempio, il prezzo netto del latte è salito a 51 centesimi, contro i 41 dello scorso autunno ma il latte ed il formaggio non hanno avuto aumenti in proporzione con l’aumento delle materie prime. Questo significa che le filiere alimentari stanno assorbendo una discreta percentuale degli aumenti dei costi, mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro.

“Rischio ulteriori aumenti a causa della guerra in Ucraina”

Carlo Alberto Buttarelli è il direttore dell’ufficio studi e relazione di filiera di FederDistribuzione e ha rilasciato alcune dichiarazioni a Libero: “I prodotti a peso variabile sono aumentati del 6%, quelli confezionati del 2,5%. Gli acquisti sono calati del 2% soltanto nell’ultima settimana. Le filiere non possono reggere ancora a lungo, è possibile che in futuro possano esserci aumenti più consistenti”.

Scaffali supermercati
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Il costo industriale di un chilo di maccheroni è aumentato di 50 centesimi in un anno, arrivando a costare 1,50€. Spaghetti e tortiglioni hanno avuto un rincaro del 14,1%. Tutti questi aumenti causeranno grossi problemi alle famiglie, soprattutto quelle più abituate a consumare carboidrati. I prezzi aumenteranno ulteriormente nei prossimi mesi e lo stesso discorso vale anche per le fatture della corrente elettrica e del gas.

Alcune associazioni di consumatori parlano di speculazioni e situazioni strane ma la verità è un’altra: l’aumento delle materie prime non è (per il momento) direttamente proporzionale a quello dei prodotti finali. Questo fenomeno non sarà definitivo, purtroppo. Le speculazioni sono iniziate prima del conflitto tra Russia e Ucraina. Ad esempio, la Cina a gennaio 2022 ha accumulato la metà delle riserve mondiali di grano, riso e mais, proprio in vista dell’invasione che sarebbe arrivata qualche settimana dopo. È proprio in quel momento che allevatori e filiere alimentari hanno iniziato a rendersi conto dei primi aumenti.

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