Come curare bene le tartarughe d’acqua. La mini guida che ti aiuterà passo passo

Sai come curare bene le tartarughe d’acqua? Se la risposta è no, niente paura, ti diciamo noi come fare. Tutti i consigli per non sbagliare.

Le tartarughe d’acqua sono la gioia dei bambini. Resterebbero davanti ad un acquario a guardarle per ore. I colori del guscio e della pelle ipnotizzano anche gli sguardi più vispi e sfuggenti.

Si vendono tartarughine d’acqua dolce nei negozi d’animali ma anche in mercati e fiere. Alcuni di noi, da piccoli, ne hanno allevata una. Accudire una tartaruga acquatica è uno stimolo per il bambino, aiuta a responsabilizzarlo. Deve stare lì a darle da mangiare e, con l’aiuto dei genitori, a cambiarle l’acqua.

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(Adobe Stock)

Queste tartarughe acquatiche sono dei simpatici rettili. Si acquistano a buon mercato e sono perfette da tenere in casa. Ovviamente, come tutti gli animali, necessitano di cure e attenzioni costanti. Metterle in acquario non significa dimenticarsene!

In questo articolo vogliamo darti dei consigli utili su come curarle bene, tenendo conto dei loro fabbisogni specifici. Scopri la mini guida che ti alleggerirà il lavoro!

Come curare le tartarughe d’acqua. Le attenzioni da dare

Le tartarughe acquatiche non sono soltanto un bel ‘regalo’ da fare al proprio figlio o nipotino. L’acquisto va affrontato con piena consapevolezza, perché vanno accudite bene a partire dall’alimentazione. Partiamo proprio da questo primo aspetto, determinante per avere tartarughine in buona salute.

E’ sbagliato concentrarsi soltanto sui gamberetti. Certo, alle tartarughe d’acqua piacciono, ma da soli non bastano. C’è bisogno di un apporto vitaminico che, in questo alimento, è carente.

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(Adobe Stock)

Molte malattie delle tartarughe, soprattutto quelle della pelle, derivano dalla mancanza di vitamina A. Questo disturbo, detto ipovitaminosi, deriva da una cattiva alimentazione e, nei casi più gravi, può portare anche alla morte.

Il consiglio, quindi, è di non fossilizzarti su un’alimentazione a base solo di gamberetti. Per il loro benessere, le tartarughe hanno bisogno anche di altri valori nutrizionali. Meglio puntare su un mangime più specifico. In commercio ce ne sono tanti, di solito venduti in pellet.

C’è poi il discorso dell’acqua da mantenere pulita, il più possibile. E’ una buona abitudine, per evitare che la vaschetta (o l’acquario) diventino un ricettacolo di germi e batteri. Allora il consiglio è di somministrare il cibo in una vasca a parte.

Così facendo, l’acqua della vasca principale, che è quella nella quale la tartaruga vive, si manterrà pulita più a lungo. Non è un aspetto di poco conto ed eviterà anche l’insorgenza di cattivi odori in casa.

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Quando si acquista una tartaruga, di solito ci viene proposta una vaschetta inclusa nel prezzo. E’ abbellita con piantine di plastica, sassolini e altri dettagli quasi a voler ricreare un piccolo paesaggio esotico. Ma sarà adatta a far crescere bene il piccolo rettile? La risposta è no.

Un alloggiamento adeguato è importante per il benessere dell’animale. La tartarughiera non può essere troppo piccola. Al massimo può andare bene per i primi 15-30 giorni ma poi va cambiata.

Certo, un acquario può costare molto. Non è una spesa sostenibile per tutti. In alternativa, c’è un piccolo trucchetto. Si può usare un contenitore in plastica, uno di quelli che si usano per riporre gli abiti del cambio di stagione.

Ovviamente, il coperchio non va utilizzato. Se ci sono altri animali in casa che potrebbero attaccare le tartarughe, allora si può usare il coperchio come protezione, ma facendo dei fori su tutta la superfice. Le tartarughe non devono rischiare di soffocare.

Le tartarughe hanno bisogno anche di lampade a raggi UVA e UVB, indispensabili per stimolare la loro attività produttiva e il loro appetito. L’esposizione non deve essere mai diretta ma filtrata, magari mediante delle protezioni idonee in plastica o vetro.

Queste sono le regole basilare per accudire in casa delle tartarughe d’acqua dolce. Non è poi così difficile. Servono soltanto pazienza e scrupolosità perché, come spesso diciamo, nessun animale è un ‘peluche’, ed è bene farlo capire anche ai piccoli di casa.

 

 

 

 

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