“Non pensarci” è sempre un buon consiglio? Ecco quando non funziona

L’Overthinking è il problema di chi pensa troppo, rimuginando continuamente sui problemi, ma “non pensarci” è davvero il consiglio giusto? Ecco perché (e quando) non funziona.

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(Instagram)

Ci sono persone che pensano troppo: si chiudono per ore e ore nel loro mondo emotivo per esaminare e riesaminare tutti gli avvenimenti passato per analizzare ogni minimo dettaglio e tentare di capirli a fondo. Naturalmente le persone che hanno questo tipo di atteggiamento sprecano moltissime energie mentali anche per tentare di prevedere il futuro, immaginando tutte le alternative possibili e tentando di prepararsi ad ognuna di esse.

Com’è facile immaginare, le persone che si abituano a questo modo di pensare e di approcciare al passato e al futuro sono sempre emotivamente sfinite e spesso soffrono di ansia cronica che si genera proprio dal terrore di non essere riusciti a prevedere tutto quello che potrebbe accadere o non aver colto tutti i dettagli di quello che è già accaduto.

Purtroppo molto spesso il consiglio che si dà alle persone che pensano troppo è quello di non pensarci distrarsi. Si tratta di un consiglio pessimo, soprattutto per le persone che soffrono d’ansia. Qual è allora la strada giusta?

Perché l’Overthinking è sbagliato ma “non pensarci” non è una bella idea

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(Pexels)

Perché non riusciamo a staccare il pensiero da determinati argomenti? I motivi possono essere moltissimi, ma in linea generale un pensiero diventa ossessivo nel momento in cui “tocca” corde molto sensibili della nostra psiche.

Non è un caso infatti che i problemi della sfera emotiva, affettiva o sentimentale siano quelli che più facilmente di ogni altro pensiero si trasformano in pensieri ossessivi.

“Dove ho sbagliato? Perché la nostra relazione è crollata?” è il classico pensiero che tormenta un membro di una coppia (o addirittura entrambi) all’indomani della fine di una storia d’amore.

“Come dovrò comportarmi quando mi dirà questa frase?” è invece il pensiero che caratterizza l’approccio delle persone che offrono di ansia anticipatoria, che cioè vorrebbero avere tutto sotto controllo per evitare di arrivare impreparati a momenti importanti o significativi della propria esistenza.

Ovviamente si tratta di una strategia completamente improduttiva da ogni punto di vista, dal momento che nessuno può prevedere davvero il futuro, creato ora dopo ora dall’intrecciarsi di casualità, coincidenze e volontà.

Qual è allora il consiglio migliore da dare alle persone che soffrono di Overthinking, cioè alle persone che tipicamente pensano troppo a qualsiasi cosa accada? 

non ci pensare
(da Instagram by letizia.betty)

Il classico “non ci pensare” non funziona, è bene chiarirlo subito. Una persona che viene ossessionata da un pensiero o dal pensiero di una persona non può semplicemente liberare la propria mente con un colpo di spugna.

Spesso addirittura vorrebbe, ma semplicemente non può perché quel pensiero ossessivo è importante per lei.

Molto spesso, però, le persone che soffrono di overthinking finiscono per accettare inviti a uscire o a trascorrere serate insieme agli amici di sempre. Nel brevissimo periodo in cui le persone con troppi pensieri vengono circondate da stimoli e riescono a instaurare relazioni personali effettivamente vivono una pausa dal loro pensare incessante.

Dopo un momento di sollievo, però, finiranno inevitabilmente per tornare a torturare la propria mente con pensieri senza via di uscita o semplicemente poco funzionali a risolvere un problema.

Tutti i pro e contro del “non ci pensare”

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Eccessi del vino (Istock Photos)

In linea generale, le persone che scelgono la via del “non ci pensare” sono individui che preferiscono fuggire dalle proprie responsabilità o dai problemi piuttosto che impegnarsi attivamente a trovare una soluzione o almeno il coraggio di affrontarli.

Le persone che seguono il “non ci pensare” trascorrono moltissimo tempo insieme agli amici o impegnandosi in attività ricreative, piacevoli o poco impegnative. Hanno necessariamente bisogno di stimoli continui per distrarsi o provare sollievo emotivo.

Non è raro che per aiutarsi a “non pensare”, le persone che tendono a rifuggire dalle responsabilità diventino dipendenti da droga e alcool. 

Il “non ci pensare” è quindi sempre una strada da non percorrere? Assolutamente no.

Rivolgere la propria attenzione ad attività costruttive, che impegnino la mente dando soddisfazione e sollievo emotivo è la strada migliore per superare l’overthinking.

Dedicarsi a una vecchia passione (o a una nuova), riprendere in mano passatempi dimenticati o cominciare a fare attività fisica è sempre una strada positiva da percorrere quando si è a rischio overthinking.

Quello che non bisogna mai fare è tentare di reprimere i pensieri tormentosi. Bisogna accettare e capire il più possibile quali sono i nodi emotivi che non si riesce a sciogliere, al fine di impegnarsi a superarli.

Per questo motivo cominciare una terapia psicologica con un professionista oppure parlare con un amico dei propri problemi ma non con l’obiettivo di sfogarsi, quanto piuttosto con lo scopo di trovare una soluzione o un nuovo approccio, è assolutamente positivo.

Overthinking
(Autore: Olga Luce)

Tentare di “non pensarci”, quando semplicemente non è possibile, è la strada diretta per sviluppare crisi d’ansia e attacchi di panicopoiché nel momento in cui non sarà più possibile “non pensarci” ci si ritroverà a combattere con dolore e frustrazione che non si sa più come affrontare.

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