Covid: Lombardia in zona rossa. Attilio Fontana dice No e fa ricorso al Tar

Emergenza Covid: scatta la zona rossa per la Lombardia. Il governatore Attilio Fontana protesta e fa ricorso al Tar contro il Dpcm del governo

Attlio Fontana
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Emergenza sanitaria Covid-19: si va avanti ancora con il sistema delle quattro aree di rischio (rossa, gialla, arancione e bianca a seconda delle diverse situazioni epidemiologiche territoriali, più o meno critiche). Il governo è intenzionato a proseguire su questa strada, almeno fino al 5 marzo. Tuttavia, c’è chi critica il metodo: è il caso di Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza. Per il professore “i colori non servono più ed è necessario un lockdown di un mese, severo e generalizzato”. Una posizione che, però, non sarebbe condivisa né dal comitato tecnico-scientifico né dalla Cabina di regia. L’ha chiarito in una recente intervista il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa.

Il dibattito sulle restrizioni introdotte dal governo è sempre più acceso. Protestano ristoratori e baristi, che hanno dato vita all’iniziativa #ioApro1501 per dire basta allo stop prolungato per le attività commerciali. Anche gli operatori del comparto turistico sono sul piede di guerra, fermi ormai da quasi un anno. La parziale riapertura dei musei nelle aree gialle non basterà a compensare le ingenti perdite. A loro dire, i ristori sono inadeguati e serve uno sforzo maggiore da parte dell’esecutivo. Le città d’arte sono allo stremo, senza presenze dall’estero ormai da inizio pandemia.

Alberghi, hotel e bed and breakfast annaspano. Il settore turistico, con tutti gli indotti ad esso collegati, vale circa il 13% del Pil nazionale. Una fetta consistente, per nulla trascurabile. Il sistema delle ripartenze “Stop & Go” inizia seriamente a pesare perché non consente di programmare strategie e/o interventi per cercare di rialzare la testa. Questo vale nei piccoli centri come nelle metropoli. La Lombardia è finita ancora in zona rossa ma, questa volta, non ci sta.

Lombardia “rossa”, c’è il ricorso. Fontana: “Dati vecchi”

Attilio Fontana
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Il nuovo Dpcm del governo confina, ancora una volta, la Lombardia in zona rossa. Per gli esperti del governo (Cts e Cabina di regia sono gli organi deputati al monitoraggio dell’epidemia, assieme all’Iss) i dati sono preoccupanti, in particolare l’indice Rt (che rileva la trasmissibilità del contagio). Non la pensa così, invece, Attilio Fontana. Il presidente della Regione Lombardia è andato su tutte le furie per l’ultima ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza.

L’esponente della Lega lancia un’accusa precisa contro il sistema dei colori. In buona sostanza ritiene che la scelta operata per la Lombardia sia sbagliata e spiega anche il perché. “Dovremmo essere arancioni. I criteri per la scelta dei colori sono sbagliati”. Dopo la premessa, Fontana scende nei particolari. “L’Rt non è un parametro adeguato perché è una fotografia vecchia. In altre parole – ha spiegato ancora il governatore – l’ Rt è un parametro strutturalmente in ritardo. Quello attraverso il quale è stata decisa la zona rossa si riferisce alla settimana dal 23 al 30 dicembre, mentre l’incidenza è un parametro molto più aggiornato e aderente alla realtà”.

Tirando le somme per Fontana, la situazione attuale della Lombardia, sarebbe diversa da quella fotografata dai consulenti del governo. L’esponente della Lega, quantomeno, ritiene che non sia così grave da meritare la zona rossa. Ragion per cui ha deciso di passare dalle parole ai fatti preparando un ricorso al Tar. Stando alle indiscrezioni, il deposito potrebbe essere avvenuto già questa mattina. Ad essere chiamato in causa è il tribunale regionale del Lazio, attraverso il quale la Regione Lombardia impugnerà l’intero Dpcm (e non solo l’ordinanza di Speranza come si pensava inzialmente), che è l’ultimo in ordine di tempo adottato dal Conte-bis.

E’ dalla parte di Attilio Fontana anche Letizia Moratti. Per la neo vicepresidente nonché assessora al welfare “al 16 gennaio la situazione in Lombardia fotograferebbe un Rt all’1,01 quindi in decremento rispetto al’1,17 di domenica 10 gennaio”. Vale a pena sottolineare che la Moratti, prima che si procedesse con il ricorso, aveva chiesto la “sospensione con effetto immediato” dell’ordinanza di Speranza, in modo tale da dare un po’ più di tempo alla Lombardia per fornire dati più aggiornati.

Fontana, comunque, è disposto a fare un passo indietro qualora dall’esecutivo di Roma arrivassero segnali di apertura. “Nel caso in cui il governo dovesse risponderci – ha dichiarato Fontana in conferenza stampa – saremmo pronti anche a cambiare idea sul ricorso“. Queste sono ore delicate e decisive per la politica italiana. In ballo c’è la tenuta del governo. Ragion per cui, Fontana, è disposto ad aspettare un po’. “Non voglio accusare ancora nessuno” – ha detto ai cronisti.

Attilio Fotana
(Getty Images)

Sono tempi duri per i Tar di tutta Italia. Pochi giorni fa è stato depositato un altro ricorso, questa volta da parte di genitori, alunni e associazioni contro la chiusura delle scuole nelle zone non rosse. Si scalpita per ripartire e l’insofferenza cresce, a più livelli.

 

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