Tracce di Covid nelle lacrime di un bambino di Pavia. Primo caso al mondo

Covid nelle lacrime di un bambino di 11 anni, originario di Pavia. Si tratta del primo caso al mondo riscontrato a livello pediatrico. A riportarlo è il Policlinico San Matteo con una pubblicazione sullo European Journal of Ophthalmology

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(Pixabay)

Più passano i giorni e più si fanno scoperte relative al Covid. La pandemia, sia in Italia che nel resto del mondo, non è ancora finita, ma non mancano nuove tessere da aggiungere al puzzle della conoscenza relativa al virus. Dopo la scoperta della “variante britannica”,  che ha gettato nel panico Unione Europea, e l’isolamento della “mutazione italiana”, che tanto sta facendo discutere nelle ultime ore, arriva ora un’altra notizia che ha dell’incredibile.

E’ stato trovato il Coronavirus nelle lacrime di un bambino. Si tratta di un 11enne di Pavia il cui caso di contagio, al momento, è l’unico al mondo rilevato in ambito pediatrico. A riportarlo è il Policlinico San Matteo, con una pubblicazione sullo European Journal of Ophthalmology.

L’11enne era stato ricoverato presso la clinica pediatrica del San Matteo per accertamenti medici, a seguito di contatti prolungati con alcuni familiari risultati positivi al Covid. I controlli effettuati hanno evidenziato l’incredibile scoperta, ovvero tracce di Covid nelle sue lacrime. La vicenda, riportata da Adnkrons, ha fatto subito il giro delle testate giornalistiche. Si tratta di un caso eccezionale, destinato ad entrare nella letteratura scientifica relativa al Covid.

Covid trovato nelle lacrime di un bambino. Tutti i dettagli

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(Istock)

Non era mai accaduto di isolarlo nelle lacrime di un bambino. Il Covid non smette di stupire la comunità scientifica. A Pavia c’è il “primo caso di identificazione di Sars-CoV-2 in un campione oculare di paziente pediatrico”. Il bambino, ricoverato per alcuni controlli medici presso la clinica pediatrica, non mostrava sintomi. L’ha spiegato Gianluigi Marseglia, direttore Uoc Pediatria del San Matteo. “A prima visita il paziente era asintomatico, senza tosse, febbre, stanchezza, mal di gola o diarrea, e non era presente alcun segno di infezione del tratto respiratorio. Le analisi del sangue – ha detto il dottore ad Adnkronos – hanno mostrato un leggero aumento dei valori delle transaminasi e l’esame ecografico del polmone indicava una lieve irregolarità pleurica, associata a interstiziopatia di grado lieve”.

I risultati ottenuti hanno indotto i medici ad approfondire l’indagine. Al ragazzino è stato fatto un tampone naso-faringeo, risultato poi positivo al Covid. Lo staff clinico ha deciso così di tenerlo in osservazione e, alcuni giorni dopo il ricovero, l’11enne ha iniziato a lamentare strani sintomi agli occhi, in particolare bruciore e lacrimazione. Si è reso necessario, quindi, un consulto oftalmologico. Dal Policlinico hanno fatto sapere che “non sono stati trovati segni di congiuntivite o cheratite ma è stato raccolto anche un tampone congiuntivale, risultato positivo al Covid”.

Il caso dell’11enne, ad oggi, è un unicum, ma ci sono ancora alcuni aspetti da approfondire. “Le manifestazioni oculari nel paziente ricoverato in Pediatria sembrano essere più lievi che negli adulti”hanno precisato dallo staff medico. Nonostante tutto, la funzionalità degli occhi dell’11enne non è compromessa. A chiarirlo sono, ancora una volta, i clinici che l’hanno avuto in cura. “Per quanto a nostra conoscenza – hanno precisato – questo è il primo rapporto sull’identificazione di Sars-CoV-2 in campioni oculari in un paziente pediatrico con sintomi, ma senza segni di coinvolgimento oculare.

Nel bambino la malattia ha avuto un decorso benigno. Non ci sono state particolari implicazioni. Nel giro di pochi giorni si è avuta una progressiva riduzione dei valori delle transaminasi. Inoltre, l’esame ecografico del polmone eseguito 6 giorni dopo il ricovero ospedaliero, ha mostrato una completa risoluzione dell’interstiziopatia.

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(Pexels)

Insomma possiamo definirla una storia a lieto fine. L’11enne di Pavia ha messo ko il virus. Per lui, non ci sono state gravi conseguenze ed è stato dimesso in tempi record, soltanto 12 giorni dopo il ricovero.

 

 

 

 

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