È morto Diego Armando Maradona: aveva avuto gravi problemi di salute ma si era ripreso immediatamente dopo una delicata operazione chirurgica.
Una notizia che sconvolge tutti i milioni e milioni di ammiratori che hanno seguito e idolatrato un uomo che ha fatto del calcio la propria ragione di vita fino a diventare un simbolo mondiale di questo sport.
La causa della morte sembra essere stata un arresto cardiaco che non ha lasciato scampo all’ex giocatore, il quale da diverse settimane stava dedicandosi a un duro allenamento di riabilitazione dopo l’operazione chirurgica a cui aveva dovuto sottoporsi d’urgenza dopo un malore che lo aveva colpito mentre era in campo, intento a festeggiare insieme ai ragazzi della squadra di cui era allenatore e ai numerosi tifosi presenti nello stadio.
Diego Armando Maradona era arrivato in ospedale letteralmente sulle sue gambe per sottoporsi a una lunga operazione al cervello che si era svolta senza alcun intoppo. Nei giorni seguenti il paziente aveva stupito i medici per la rapidità della sua ripresa fisica, non facendo assolutamente sorgere il sospetto che nel giro di pochi giorni la sua vita sarebbe finita.
L’ex campione del mondo si trovava nella sua casa del Barrio San Andreas di Buenos Aires, capitale dell’Argentina, quando è stato colto dall’infarto che lo ha portato via. Le ambulanze che sono arrivate il più velocemente possibile a prestare soccorso a Maradona non sono servite: all’arrivo dei medici, purtroppo, l’ex giocatore si era già spento.
Diego Armando Maradona aveva recentemente compiuto 60 anni e aveva da tempo ricominciato a prendersi cura del proprio fisico dopo una giovinezza di abusi e di dipendenze.
L’omaggio dei social: “Maradona è morto, viva Maradona”
Sui social sono già partite le commemorazioni del calciatore, con centinaia di messaggi di cordoglio che si levano da ogni parte del mondo, calcistico e non. Probabilmente dureranno per giorni, come un gigantesco, sentito memoriale.
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Molti sono stati anche i post relativi alla sua lunghissima carriera, durante la quale ha vestito i colori di club di prima grandezza, anche se la maglia a cui Diego legò in maniera indelebile il suo nome e la sua figura calcistica fu la maglia numero 10 della Selecao, cioè della nazionale argentina.
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Grandissima la commozione anche nella città di Napoli, dove il calciatore venne adorato come un vero e proprio santo nel periodo della sua militanza nella squadra di calcio della città. Ancora oggi, a decenni di distanza, l’immagine di Diego Maradona a Napoli gode di una venerazione quasi religiosa.
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