Negli anni Ottanta è stato il simbolo di una generazione di ribelli che voleva provare letteralmente tutto e che ha portato la musica rock anche a Sanremo. Chi è oggi questo bambino dal sorriso dolcissimo?
Nel corso degli anni si cambia moltissimo, e di certo il bambino di questa foto è diventato una persona estremamente diversa dal piccolo che indossava il grembiulino nero e il colletto bianco.
Da adolescente questo bambino si è innamorato dei jeans strappati, ha portato la bandana e il giubbotto di pelle, si è lasciato crescere i capelli che son rimasti lunghi fino a quando hanno cominciato un po’ a cadere.
Nel corso degli anni ha riempito gli stadi di tutta Italia e ha fatto sognare generazioni e generazioni di giovani che organizzano ancora dei veri e propri pellegrinaggi fino a casa sua, davanti alla quale vengono lasciati in continuazione messaggi e regali per lui.
Conosciuto per essere stato un sex symbol e un gran latin lover, oggi questo rocker è diventato una persona positiva e riflessiva, che negli ultimi mesi ha letteralmente educato i suoi fan al rispetto delle regole.
Chi è il cantautore ribelle che è diventato un paladino della legge?
La sua è stata una Vita Spericolata fino a che la maturità non gli ha imbiancato la testa e portato grande saggezza: ormai è chiaro che stiamo parlando di Vasco Rossi, il Komandante che può contare su una schiera infinita di fan che da decenni affollano i palazzetti e gli stadi durante i suoi concerti.
Vasco Rossi è famoso per essere arrivato penultimo a San Remo con una delle canzoni destinate a entrare nella storia della musica leggera italiana: era il 1983 e la canzone era, appunto, Vita Spericolata.
C’è un aneddoto che sono in pochi a conoscere e che contribuì a creare un pessimo rapporto tra il Blasco nazionale e coloro che seguivano il festival dal Teatro Ariston.
L’anno prima, nel 1982, Vasco aveva partecipato alla Kermesse cantando Vado al Massimo. Al termine della propria esibizione il cantautore si è infilato il microfono in tasca per portarlo dietro alle quinte e “passarlo” al cantante che si sarebbe esibito dopo di lui. All’epoca i microfoni avevano il cavo e Vasco non si rese conto che quello del microfono che aveva in tasca era troppo corto per raggiungere le quinte. Il cavo si tese, il microfono cadde a terra ancora acceso e un boato terribile assordò il pubblico e i tecnici presenti in sala. Si diffuse la voce che Vasco lo avesse fatto apposta per farsi notare, in realtà era stato semplicemente uno sfortunato atto di gentilezza. L’anno dopo venne “punito” dalla giuria con il penultimo posto.
Se il 1983 era stato un anno pessimo per la sua partecipazione a Sanremo, Vasco si rifece conquistando il Festivalbar, che lo incoronò vincitore con la sua canzone Bollicine, infarcita di riferimenti all’abuso di droghe e in particolare al consumo di cocaina. In quel periodo, secondo molte delle persone che gli erano vicine, il manager di Vasco fu costretto ad annullare molti concerti perché il cantautore aveva sviluppato una forte dipendenza da farmaci antidepressivi e a volte non dormiva per giorni, riducendosi in uno stato che gli impediva di sostenere lo sforzo fisico e mentale richiesto da un concerto davanti a migliaia di persone.
Nell’84 le cose degenerano: Vasco viene arrestato per possesso di droga e finisce in carcere per 22 giorni, 5 dei quali passati in isolamento. L’esperienza è stata così traumatica, ha spiegato il cantautore, da averlo indotto a ripulirsi.
Nel 1990 inizia la cosiddetta epoca degli Stadi: il cantautore è costretto a rinunciare ai palazzetti e a organizzare concerti nei più grandi stadi italiani, come lo Stadio San Siro di Milano. Nel 1995 tornerà a riempire San Siro organizzando un evento gigantesco contro la guerra in Jugoslavia insieme ad altri cantautori italiani e ospiti internazionali.
Nel 1998 Vasco suona all’Heineken Jammin’Festival davanti a 100.000 spettatori e diventa un’icona della musica rock italiana, entrando letteralmente nella storia.
Dopo aver abbandonati gli eccessi di gioventù, Vasco ha dato una vera e propria svolta alla sua vita: il cantautore ribelle degli anni Ottanta si è trasformato in un marito fedele e in un padre amorevole.
Vasco ha tre figli riconosciuti: due si chiamano Davide e Lorenzo, sono nati entrambi nel 1986 da due donne diverse che ebbero, evidentemente, due relazioni parallele con il cantante. Lorenzo è stato riconosciuto solo nel 2003 dopo aver richiesto un test del DNA.
Luca, il terzo figlio, è nato nel 1991 da colei che dal 2012 ha messo la fede al dito del rocker più famoso d’Italia: Laura Schmidt, che Vasco considera la donna della sua vita. Luca è anche coautore di diversi brani di Vasco e da anni collabora musicalmente con lui.
Vasco è diventato nonno nel 2014 e nel 2017, quando sono nati rispettivamente Romeo (figlio di Davide) e Lavinia (figlia di Lorenzo).
All’inizio della pandemia di Coronavirus Vasco si è ritrovato quasi bloccato negli Stati Uniti e precisamente a Los Angeles, dove trascorre molto del suo tempo quando sta lavorando a un nuovo album.
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La sua odissea al ritorno dagli States è stata documentata su Instagram: tornato finalmente in Italia il rocker ha speso moltissime energie per sensibilizzare i fan a usare la mascherina e a rispettare le regole imposte dal governo per combattere la pandemia. I suoi fan sono stati un esempio in moltissime occasioni, presentandosi davanti alla famosa casa di Zocca sempre perfettamente protetti.