Reddito di cittadinanza, ma lo giocano alle slot machines

Reddito di cittadinanza: indagati venti imperiesi, uomini e donne, che lo avevano ottenuto ma lo usavano per gicare d’azzardo

Hanno chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza, ma in realtà lo utilizzavano tutto o in parte per giocare d’azzardo. Così venti cittadini, uomini ma anche donne, residenti in provincia di Imperia risultano indagati all’interno di un’inchiesta coordinata dalla procura locale come ha fatto sapere la Guardia di Finanza.

Rddito di cittadinanza, ma giocavano alle slot (Pixabay)

Tra il 2019 e il 2020, fingendo uno stato di indigenza, gli indagati hanno percepito il sussidio ma intanto puntavano on-line e altrove centinaia di migliaia di euro. Alcuni esempi? Una 61enne di Ventimiglia che ha realizzato vincite per oltre 170mila euro tra il 2017 ed il 2020. In realtà però, d’accordo con il marito, ha simulato una variazione dello stato di famiglia dichiarando di vivere da sola per poter percepite il reddito di cittadinanza. Lo ha fatto per dichiarare la pensione del marito e la suia domanda era stata accolta.

Oppure un uomo di 59 anni sempre di Ventimiglia che nel 2018 dichiarava una giacenza media sul conto pari a 242 euro. Tra il 2017 e il 2020 però giocato somme per oltre 1,6 milioni di euro. Intanto percepiva circa 600 euro mensili come sostegno alla povertà. E ancora una donna di 44 anni, di Diano Marina, che nel 2018 dichiarava una giacenza media sul proprio conto corrente di 117 euro. Tra il 2017 ed il 2020 ha giocato somme per oltre 960 mila di euro. Da maggio 2019 a settembre 2020 ha incassato circa 23mila euro di reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza, cosa rischiano i venti imperiesi segnali dalla Finanza

I finanzieri li hanno scoperti con una serie di controlli incrociati sulle banche dati. Erano tutti titolari di conti gioco online con ricariche di denaro in contanti o bonifici dai loro conti correnti personali o da carte di credito ricaricabili. Il gip di Imperia ha emesso un decreto di sequestro preventivo per somme pari a circa 160 mila euro complessivi, indebitamente incassati.

Tutte le posizioni illecite sono state state segnalate all’Inps per la revoca del sostegno al reddito. Ma soprattutto tutti rischiano una pena da 2 a 6 anni di reclusione, per le loro dichiarazioni false volte ad ottenere il reddito di cittadinanza non avendone il diritto.

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