Coronavirus: finestre aperte per ridurre la diffusione a scuola

Secondo uno studio dell’Università americana del Nuovo Messico: finestre aperte per ridurre la diffusione del Coronavirus a scuola.

finestre aperte scuola coronavirus
Aula scolastica (Adobe Stock)

Le scuole hanno riaperto tra mille difficoltà e misure contenitive per contrastare la diffusione del Coronavirus. Mascherine, gel igienizzante, distanziamento tra i banchi, entrate ed uscite scaglionate.

In tutto questo marasma di precauzioni ora si aggiunge anche quella di tenere più possibile le finestre aperte. Il motivo? Cambiare aria è importante per far disperdere il virus.

A dimostrazione di ciò ora esiste anche una ricerca, si legge sull’Ansa, a cura dell’Università americana del Nuovo Messico pubblicata sulla rivista Physics of Fluids. Secondo questo studio le finestre aperte servono a disperdere fino al 70% delle particelle di virus.

Le finestre aperte riducono la diffusione del Coronavirus negli ambienti chiusi

finestre aperte scuola
Adobe Stock

E se da un lato arieggiare è consigliato per bloccare la diffusione dei virus, in generale, specie nel periodo invernale, dall’altro proprio quando fa molto freddo può essere un arma a doppio taglio perché il freddo può contribuire a far ammalare bambini e ragazzi.

Sarà dunque un altro brutto ricordo del Coronavirus: il freddo pungente nelle aule scolastiche. Importante sarà quindi far vestire più e meglio bambini e ragazzi, e farli coprire se necessario anche con delle coperte.

E se già è sorto qualche malumore tra le mamme, in diverse parti d’Italia, preoccupate per le basse temperature in classe, dall’altro è una misura che purtroppo si rende necessaria per contrastare la diffusione del Covid-19.

Secondo la ricerca dell’Università del Nuovo Messico arieggiare gli ambienti e tenere le finestre aperte contribuirebbe a far disperdere addirittura il 70% delle particelle del virus.

Questa ricerca, riferita al trasporto dell’areosol e delle droplets negli ambienti chiusi, come le aule scolastiche appunto, aiuta a stabilire misure efficaci per contrastare la diffusione del Covid-19, spiegano i fisici.

In particolare per realizzare questa ricerca gli scienziati hanno analizzato il trasporto dell’areosol in una classe con l’aria condizionata dove hanno scoperto che questo non è uniforme.

Dipende infatti anche dalla posizione della sorgente, secondo quanto riferisce Khaled Talaat, uno degli autori della ricerca che afferma che “le particelle possono essere trasmesse da uno studente ai banchi o agli abiti di altri studenti anche se distanti fino a 2,4 metri”.

Anzi, “la posizione dello studente all’interno dell’aula influisce sulla probabilità di trasmettere particelle ad altri e di riceverle”, prosegue Talaat.

Però dalla ricerca è emerso che “quasi il 70% delle particelle esce dal sistema quando le finestre sono aperte”. Infine, “l’aria condizionata rimuove fino al 50% delle particelle rilasciate durante l’espirazione e la conversazione. Il resto si deposita sulle superfici all’interno della stanza e può rientrare in circolazione”.

finestre aperte
Adobe Stock

Questo evidenzia come sia importante usare dei sistemi di filtrazione efficaci nei condizionatori. Secondo questo studio emerge anche che gli schermi protettivi davanti ai banchi riducono in maniera significativa la trasmissione di particelle tra uno studente e l’altro.

Secondo Talaat infatti questi “influenzano la circolazione del flusso d’aria vicino alla sorgente facendo cambiare le traiettorie delle particelle”.

(Fonte: Ansa.it)

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