Omicidio dopo una lite: muore dopo 7 giorni donna nel bresciano

Un omicidio dopo una lite che coinvolge marito e moglie. Motivi ancora non del tutto chiari che hanno spinto l’uomo a togliere la vita alla propria moglie.

vigili del fuoco
Fonte: Pixabay

Ennesimo caso di femminicidio che ci lascia col fiato sospeso.

Durante la pandemia più volte si è parlato di quanto questa tipologia di violenza potesse accentuarsi a causa dell’obbligo di stare nelle mura domestiche.

Essendo costretti a stare insieme tutto il tempo, le donne vittima di violenza erano più soggette all’uomo violento ed alle sue angherie.

A dimostrazione di ciò molteplici ricerche hanno mostrato che il killer si trova in casa in 7 omicidi su 10.

Quanto accaduto in questi giorni è a dir poco macabro. Si tratta di un uomo che ha dato fuoco alla propria moglie, un omicidio dopo una lite. 7 giorni di agonia per una donna la cui vita è finita fra le fiamme che hanno divorato il suo corpo lasciandola in agonia per giorni e giorni.

Omicidio dopo una lite nel bresciano

femminicidio from istock

L’episodio sarebbe comunque frutto di un litigio, come già accaduto in provincia di Brescia.

L’avevano portata in ospedale, prima a Brescia e poi trasferita a Genova, con buona parte del corpo ormai già distrutta dalle fiamme di cui era stata vittima. Dopo una settimana Mina Safine, 45 anni, originaria del Marocco, non è sopravvissuta.

Il marito Abderrahim Senbel, originario dello stesso paese di Mina Safine e di dieci anni più anziano, è bloccato in un letto d’ospedale in stato d’arresto.

In un primo momento la sua accusa era di tentato omicidio, successivamente al termine delle agonie di Mina si è trasformata in omicidio.

Abderrahim è finito anche lui in ospedale per le ustioni presenti sul suo corpo. Infatti secondo indiscrezioni presenterebbe bruciature sul 20% del corpo, ma nonostante ciò, secondo gli inquirenti è stato lui a cospargere di liquido infiammabile la moglie ed appiccare un incendio.

L’incendio è avvenuto al termine di un litigio una settimana fa in un appartamento al settimo e ultimo piano di una palazzina del quartiere Urago Mella a Brescia dove la coppia, che non ha figli, abitava da un paio di anni. I vicini di casa avevano solo sentito la richiesta di aiuto gridata dal balcone ma non c’erano stati interventi.

Solo all’arrivo dei soccorsi si sono resi conto della gravità della vicenda. A causa della gravità del suo gesto, in settimana l’uomo si era ufficialmente avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio.

Le forze dell’ordine hanno poi convalidato l’arresto disponendo il trasferimento in carcere non appena le condizioni di salute dell’uomo saranno compatibili con la detenzione.

Nemmeno il suo avvocato è ancora stato in grado di parlargli per capire cosa sia realmente accaduto in casa, quali siano state le dinamiche reali che lo hanno spinto a questo gesto di assoluta crudeltà.

Il pubblico ministero Kati Bressanelli, titolare dell’inchiesta, firmando l’arresto dello straniero non aveva però ancora elementi sufficienti per escludere l’ipotesi del tentativo di suicidio della donna con il marito intervenuto solo in un secondo momento per cercare di salvare la moglie.

Il fatto che si sia avvalso della facoltà di non rispondere non lo aiuta sicuramente.

femminicidio 2019
femminicidio (Getty Images)

Mina Safine è morta a 45 anni, un omicidio dopo una lite.

 

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