Pirlo conquista i suoi primi tre punti in carriera da allenatore contro la Sampdoria all’esordio sulla panchina della Juventus. La “Vecchia Signora” cambia guida tecnica, ma la mentalità resta la stessa.
![Prima vittoria di Andrea Pirlo da allenatore sulla panchina della Juventus (Getty Images)](https://www.chedonna.it/wp-content/uploads/2020/09/Prima-vittoria-di-Pirlo-da-allenatore-sulla-panchina-della-Juventus-Getty-Images-800x533.jpg)
La Juventus cambia guida, ma non mentalità: Andrea Pirlo sorride alla prima da allenatore in bianconero. 3-0 alla Sampdoria che non sorprende, eppure è un risultato che si porta dietro numerose novità: la prima, appunto, il diverso modus operandi di allenare. Pirlo già precisa: “Ho una mia idea di calcio, non copierò gli altri”. Poi c’è il differente approccio con i giovani.
Nessuno ha più la titolarità assicurata, con Pirlo spazio ai cambiamenti: lo testimoniano Frabotta e Mckennie, impiegati ieri contro ogni pronostico. Questo perché l’ex giocatore bianconero – fra gli allenatori più giovani in Europa – dà sempre un’occhiata a quell’Under 23 che avrebbe dovuto allenare inizialmente, ma poi le carte in tavola sono cambiate.
Pirlo, il “Maestro” promuove la sua Juve: prima vittoria da allenatore
![Da giocatore ad allenatore, Pirlo continua a vincere con la Juventus (Getty Images)](https://www.chedonna.it/wp-content/uploads/2020/09/Da-giocatore-ad-allenatore-Pirlo-continua-a-vincere-con-la-Juventus-Getty-Images-800x515.jpg)
L’idea generale è quella di formare un unico, grande, gruppo affidabile (fatto da giovani e meno giovani) con un solo fine. Vincere, magari anche in Champions League raggiungendo – chi può dirlo – quel trionfo che manca, oramai, da ben ventiquattro anni.
Al “Maestro”, che sale in cattedra dopo aver deliziato in campo i bianconeri dal 2011 al 2015 con 119 presenze e 16 gol, si chiede di andare oltre comportandosi da predestinato e portare a Torino (in casa della Vecchia Signora) quello che non sono riusciti ad ottenere né Sarri né Allegri nel recente passato. Forse troppa carne al fuoco, ma lui – abituato alle sfide difficili, per questo stimolanti – non drammatizza: “So che devo vincere, farò il massimo per questo. C’è grande feeling con i giocatori, speriamo di mantenerlo nel tempo”.
Da giocatore ad allenatore: il “Maestro” non smette di insegnare calcio
Il tempo, a proposito, sa essere galantuomo. Non può far altro con un campione che si presenta, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, in giacca e cravatta (cambiamento radicale rispetto alla tuta di sarriana memoria) ma con la stessa voglia e la medesima grinta degli anni d’oro. I quali potrebbero tornare con Pirlo che, stavolta, esulterà dalla panchina (come ha già fatto) non in qualità di riserva di lusso ma con i gradi – meritatamente guadagnati – di condottiero bianconero. Cambia l’ordine dei fattori, non il risultato. La prestazione di ieri lo ha dimostrato ampiamente.
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