Juventus, la rivincita di Sarri: primo Scudetto in carriera contro le critiche

Sarri vince il suo primo Scudetto in carriera da allenatore dopo aver vinto l’Europa League con il Chelsea. La Juventus, invece, si conferma Campione d’Italia per la nona volta di fila. Una vittoria dal sapore di rivincita per il tecnico toscano spesso bersagliato dalle critiche.

Juventus, Sarri riscatta le critiche vincendo lo Scudetto (Getty Images)
Juventus, Sarri riscatta le critiche vincendo lo Scudetto (Getty Images)

Prova del nove superata, almeno in parte per Maurizio Sarri che, al suo primo anno alla Juventus, porta a casa il suo primo Scudetto da allenatore in Italia dopo aver vinto l’Europa League con il Chelsea ed esser riuscito ad imporre una nuova concezione di calcio giocato con il Napoli. Il merito più grande, secondo alcuni, quello di non esser mai troppo oltranzista: adattarsi alle circostanze per il bene comune.

Questo gli era stato chiesto l’estate scorsa quando è arrivato alla Continnassa: nel giro di un anno le cose sono cambiate e soprattutto gli umori, nella piazza, non sembrano gli stessi. Quella fiducia che il tifoso bianconero inizialmente gli attribuiva comincia a vacillare, salda invece quella della dirigenza: “La società e il Presidente mi sono stati vicino nei momenti più difficili”, spiega lui al termine della partita di ieri sera contro la Sampdoria che di fatto ha sancito quello che tutti si aspettavano. Il tricolore sul petto, un altro. Con questo fanno 36 in totale, vincere per nove anni di fila non era affatto scontato, ma si sa che nell’ambiente bianconero “vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”.

Juventus, il nono Scudetto di fila porta la firma di Sarri

La Juventus festeggia il suo 36esimo Scudetto (Getty Images)
La Juventus festeggia il suo 36esimo Scudetto (Getty Images)

Così Sarri, con il mantra di Boniperti nelle orecchie, una sigaretta alla volta – divertente il siparietto con Szczesny durante “Il Club” di Fabio Caressa a Sky Sport – si appresta, forse, a compiere un’altra impresa: nella sua carriera sono arrivati Scudetto ed Europa League, manca la Champions League. Quella coppa dalle grandi orecchie che, dalle parti di Torino, non si vede dal ’98. Il motivo, se vogliamo, per cui Sarri era stato chiamato al posto di Allegri: arrivare dove mai nessuno – nel recente passato almeno – aveva osato.

Allora, in un formato inedito, per Sarri comincia la fase finale della Champions League: “Ci penserò da domani – dice – adesso mi voglio godere una notte di soddisfazione”. Se la merita, lui che la gavetta – da allenatore – l’ha fatta sul serio: mollare un futuro sicuro in banca per darsi a schemi di gioco e formazioni per sbaragliare l’avversario. Il prossimo è si chiama Lione e Sarri spera, almeno, che non “ruggisca” come dovrebbe. Perchè a vincere, anche se un po’ per volta e a piccoli passi, ci ha preso gusto. Almeno per poter smentire, sistematicamente, i suoi detrattori che ad oggi sono ancora tanti dietro l’ennesimo, atteso e sofferto (mai quanto quest’anno), Scudetto bianconero.

 

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