Selfie al Museo: la galleria dei più disastrosi in assoluto

I selfie al Museo sono pericolosi per l’arte? Se a farli sono degli sconsiderati sì: ecco tutte le volte che è stato un disastro.

chiara ferragni selfie museo
Chiara Ferragni (Fonte: Instagram)

Nelle ultime settimane Chiara Ferragni si è impegnata in una fruttuosa collaborazione con il Museo degli Uffizi di Firenze e si è fatta immortalare in altre città d’arte italiane di grande prestigio. 

Grazie a lei, come si è detto e ripetuto, i giovani si sono avvicinati all’arte e hanno cominciato ad acquistare i biglietti dei musei sull’onda dell’esempio dato da Chiara.

Il problema però è che l’abitudine di scattare selfie con le opere esposte non è sempre una bella idea, anzi in realtà non lo è quasi mai.

Ecco una classifica delle volte in cui l’idea di una foto si è trasformata in un vero e proprio disastro per il patrimonio culturale italiano e internazionale.

Il selfie al museo? Era meglio evitare

paolina borghese
(Fonte: Instagram)

L’episodio più recente e anche quello più emblematico dei danni che può fare un selfie al museo risale alla fine dello scorso luglio.

Un turista austriaco decide di fare un selfie con Paolina Borghese Bonaparte, gesso originale realizzato dal Canova come studio preparatorio dell’opera e conservato nel Museo Gypsotheca “Antonio Canova” di Possagno.

Il problema è che l’uomo, per giunta molto corpulento, decide di sdraiarsi letteralmente sul divano di Paolina e spezza un dito del piede della statua.

Dopo essersi reso conto del grosso danno arrecato alla proprietà del museo il turista ha ben deciso di sgattaiolare via facendo finta di niente.

Il danno al piede di Paolina è sicuramente un fuori gara, ma nella classifica dei danni più ingenti causati da un selfie maldestro al museo ci sono degli episodi davvero incredibili.

Effetto domino

Su Youtube ha spopolato il video del disastro provocato da un selfie in un museo nel 2017: era la mostra di Simon Byrch a Los Angeles e la turista che si è accovacciata per scattare un selfie ha fatto letteralmente crollare, in un disastroso effetto domino, tutte le colonnine su cui erano esposte varie opere.

Purtroppo si trattava di un’istallazione particolare, composta da molti pezzi molto vicini tra loro. C’è da dire che, almeno stavolta, la povera turista è stata anche molto sfortunata oltre che molto maldestra.

Da notare la pura disperazione nei gesti dell’impiegato del museo: resosi conto del danno l’uomo si mette letteralmente le mani nei capelli mentre la donna cerca di rialzare almeno la prima della colonnine crollate.

Il danno totale di questa rovinosa caduta non è stato quantificato, ma l’opera nel suo insieme valeva 200.000 Dollari, e il danno dev’essere naturalmente immaginato in proporzione.

Una questione di zucche (vuote)

L’istallazione dell’artita Yayoi Kusama “Pumpkins Infinity Mirror Room” è stata per diverso tempo il paradiso degli appassionati di selfie.

L’ambiente ricreato dall’artista (che ha una vera e propria ossessione per le decorazioni a pois) è un’illusione fatta di specchi che dà l’impressione di un infinito campo di zucche a pallini.

Nello stesso anno del disastro delle colonnine (forse il ’17 porta davvero male) all’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington un turista si muove tra le moltissime zucche che affollano la stanza, perde l’equilibrio e casca rovinosamente addosso a una delle zucche, distruggendola.

 

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Fortunatamente, almeno in quest’occasione l’effetto domino non si è verificato e il danno non è stato molto grave. L’opera in sé (intera) valeva 1 Milione di Dollari: la cosa non si sarebbe risolta facilmente se le cose fossero andate in maniera diversa.

La distruzione di San Michele

Il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona è uno dei più grandi e più famosi della capitale del Portogallo.

Nel 2016 un visitatore brasiliano sentì nascere l’assoluta necessità di farsi un selfie con San Michele, o meglio con la preziosa statua settecentesca esposta nel Museo.

La statua era realizzata in legno, un materiale piuttosto resistente agli urti, ma a causa dell’età dell’opera e soprattutto della delicatezza di alcune parti decorative, i danni furono comunque terribili.

Il direttore del Museo finì praticamente sotto shock: “In tanti anni di carriera non mi era mai capitato niente di simile” dichiarò ai giornali.

Scalare le statue per un selfie al museo

L’Accademia di Brera è una delle più famose accademie di belle arti d’Europa. Ospita anche una nutrita collezione di gessi esposti all’interno del cortile porticato dell’Accademia. 

Molte delle opere in gesso sono piuttosto antiche e, pertanto, hanno un grosso valore storico oltre che (naturalmente) un certo valore artistico.

Non hanno pensato né all’uno né all’altro lo studente che nel 2014 ha deciso di dare la scalata al Fauno Ubriaco per scattare un selfie. La statua, il cui piedistallo era comunque già stato “decorato” dai writers dell’Accademia, è stata danneggiata in maniera molto profonda, perdendo completamente la gamba sinistra.

I geni di Cremona

Non si tratta precisamente di un selfie in un museo ma i risultati sono comunque gli stessi: a Cremona uno dei più amati e importanti simboli cittadini è stato danneggiato da un genio del selfie.

Si tratta della famosa statua dei Due Ercoli che sorreggono lo stemma cittadino. Proprio allo stemma cittadino si aggrapparono due ragazzi, nel 2015, per scattare un selfie particolarmente avventuroso.

Il risultato fu che il decoro della parte superiore dello stemma andò completamente in pezzi. I due, che non dovevano essere particolarmente lucidi, non fuggirono e vennero fermati dalle forze dell’ordine.

Un altro episodio disastroso che merita di essere citato in questa rapida carrellata di danni provocati ai musei di tutto il mondo non è però legato allo scatto di un selfie al museo.

Si tratta infatti di un grosso danno provocato dalla vivacità di due bambini e dall’incapacità dei genitori di tenerli sotto controllo: a fare le spese di questa esplosiva combinazione di fattori il castello di cristallo più grande del mondo.

 

 

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