Arte | Jorit ora ha le cicatrici come i personaggi dei suoi murales

I murales di Jorit sono giganteschi ritratti di personaggi storici il cui volto è segnato da cicatrici: l’artista ha deciso di diventare tutt’uno con la sua arte.

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Mohammed Alì ritratto da Jorit (Fonte: Instagram)

Lo street artist napoletano, classe 1990, nel corso della sua carriera ha costruito una sorta di marchio di fabbrica: grandi ritratti realizzati da Jorit presentano sempre delle lunghe cicatrici rosse che attraversano le guance dei protagonisti.

Le cicatrici dipinte da Jorit sono il risultato delle pratiche di scarnificazione tipiche presso alcune tribù africane. Si tratta di pratiche rituali che vengono messe in atto durante riti di passaggio dalla giovinezza all’età adulta e che hanno anche finalità curative. 

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I ritratti di Jorit sono sempre dedicati a uomini e donne che hanno fatto la storia e che hanno rappresentato un “balzo in avanti” per la cultura dell’umanità. Tra i suoi ritratti più famosi quelli di Mohammed Alì, Maradona, Che Guevara, San Gennaro e moltissimi altri personaggi senza nome ma che affondano le proprie radici nella cultura di una città, come gli scugnizzi di Napoli e le bambine dei campi Rom.

L’obiettivo, per Jorit, è quello di dipingere la Human Tribe, cioè una tribù umana di esseri eccezionali in cui gli abitanti delle città si possano rispecchiare e identificare.

Jorit si tatua le cicatrici: i motivi della scelta

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Jorit con la sorella di Stefano Cucchi (Fonte: Instagram)

In un breve post su Instagram Jorit ha spiegato che, dopo averci pensato a lungo, ha deciso di farsi praticare la scarnificazione per realizzare delle cicatrici in tutto simili a quelle dei soggetti dipinti nei suoi murales.

La scarnificazione è un procedimento chirurgico in tutto e per tutto e può essere eseguita su ogni parte del corpo. 

In ogni caso si tratta di una pratica estremamente dolorosa: la capacità di sopportare un dolore forte e prolungato rimanendo in silenzio per tutta l’operazione è uno dei fattori più importanti dell’intero rito, perché dimostra che il soggetto è pronto ad affrontare le avversità della vita con coraggio.

La scarnificazione che si realizza oggi, con tutte le precauzioni del caso, sia in termini di sterilità dei materiali sia in termini di precisione degli strumenti utilizzati, è molto diversa da quelle realizzate nell’antichità.

Non è raro infatti che la perdita di sangue fosse così forte da trasformarsi in gravi emorragie che non riuscivano a essere arginate, portando talvolta addirittura alla morte del soggetto che si era sottoposto al rito.

Si tratta comunque di rischi legati alla scarsa conoscenza anatomica posseduta dai popoli antichi. Oggi, naturalmente tutti gli specialisti che realizzano questo genere di cicatrici sanno perfettamente quello che fanno e l’intera operazione non comporta alcun rischio per la salute del “paziente”.

 

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La coraggiosa scelta di Jorit è stata salutata con grande ammirazione e anche un po’ di sconcerto da parte dei suoi fan. Molti lo hanno accusato di essere un pazzo, mentre qualcun altro gli ha detto che, ormai, è contemporaneamente artista e opera d’arte.

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