Una statua alle donne che hanno cambiato la storia negli Usa: Bergmann arriva a Central Park

Nel 2020, in America, sarà inaugurata una statua che rappresenti tre esempi femminili che hanno fatto la storia. A cento anni dal suffragio femminile, l’opera di Meredith Bergmann presente a Central Park.

La rimozione di una statua a Central Park (Getty Images)

La storia passa anche attraverso l’estetica, non a caso è sempre più ricorrente la contemplazione di statue o effigi che hanno caratterizzato specifici momenti storici. Dietro la frase “non dimenticare”, spesso, si cela il bisogno di coltivare una cultura permeabile attraverso spazio e tempo per cambiarlo senza trascurarlo.

Allora, passeggiando per Central Park, in America, non possiamo fare a meno di notare le 23 statue dedicate a uomini che hanno fatto la storia: da Cristoforo Colombo a William Shakespeare, fino ad Alexander Hamilton e Sir Walter Scott. Così tante icone maschili da passare in rassegna e neanche una figura femminile, eppure – non solo in America – ci sono tanti modelli ed esempi da cui attingere in tal senso. Non a caso, negli Usa stanno cominciando (tramite piccoli passi) ad educare la collettività alla parità di genere: dai giocattoli, con le bambole dedicate a Rosa Parks e alla prima donna astronauta americana, fino alle sculture.

Cento anni fa il diritto di voto alle donne, una statua a Central Park per ricordarlo

Stati Uniti, Central Park (Getty Images)

Infatti, nel 2020, anno in cui ricorre il centenario per la conquista del suffragio femminile, sarà inaugurata una statua che raffigura tre donne pioniere nella lotta per i diritti civili e la parità di genere: Susan B. Anthony, Elizabeth Cady Stanton e Sojourner Truth (quest’ultima, ex schiava e abolizionista, è stata aggiunta in un secondo momento alla scultura, in risposta alle critiche per la mancanza di una donna afroamericana).

Ci sarà sempre qualcuno che non potrà fare a meno di sentirsi escluso, ma la collettività statunitense si sta impegnando – anche tramite un uso consapevole dell’etica sull’estetica – a rendere comune ciò che può sembrare disunito. Restituire un patriottismo, già di per sé molto forte, che non guardi al sesso e all’etnia. In tal senso però ci sono ancora molti aspetti di intolleranza latente. Quindi bisogna ripartire dalla ribalta e far capire, sotto gli occhi di tutti, attraverso un’opera d’arte, che i pregiudizi e le vessazioni possono e devono essere debellate.

Sono stati raccolti, in forma privata, 1,5 milioni di dollari per la realizzazione dell’opera. Fondamentale è stato l’apporto dell’attivista Pam Elam, presidente della no-profit Monumental Women, che ha sottolineato: “Questa statua trasmette il potere delle donne che si impegnano, tutte insieme, per apportare un cambiamento rivoluzionario nella nostra società”. La scultura, ideata e creata da Meredith Bergmann, è stata scelta fra 91 proposte e sarà inaugurata nell’agosto del prossimo anno al Mall: “La mia speranza è che tutte le persone, ma soprattutto i giovani, siano ispirate da questa immagine, che mostra donne di etnie diverse, diversi background religiosi e diverso status economico, al lavoro insieme per cambiare il mondo, ha precisato l’artista. La bellezza femminile passa soprattutto dall’esempio etico, morale e civile di chi la incarna, affinché possa rimanere scolpito prima nelle coscienze e poi nel marmo per provare a scalfire ogni reticenza.

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