Da Maternity-blues a depressione Post-partum: i segnali pericolosi

da maternity blues a depressione post partum
Da Maternity blues a depressione post-partum (Istock Photos)

Quando si passa dal Maternity-blues alla depressione Post-partum. I segnali  pericolosi da non sottovalutare dopo il parto

Quando si è in dolce attesa, tutto intorno a noi sembra bellissimo, la vita si illumina di una luce diversa, più brillante e il nostro pensiero è pregno di positività e voglia di fare. Siamo costantemente in attesa di vedere finalmente il nostro bel pargoletto. Iniziamo a fantasticare su come sarà la nostra futura vita con il nostro bebè, immaginiamo lunghe passeggiate con il nostro meraviglioso bimbo nel passeggino che ci sorride felicemente. Un mondo d’amore infinito e con aspettative, a volte, troppo alte. Arriva, dunque il giorno del parto, tutto procede come deve procedere e voi siete eccitatissime. Allora, cosa succede dopo? Improvvisamente le cose iniziano a modificarsi, e il mondo ovattato dove eravate beatamente felici sino a qualche giorno prima, ora vi sembra un sogno spezzato dal pianto del nuovo arrivato. Qualcosa dentro voi proprio non va, inizia ad incrinarsi e con esso anche la positività. State cambiando in un modo che non vi appartiene e non sapete il perché. Fate un respiro profondo e cerchiamo di capire le motivazioni e, cosa importante, il passaggio pericoloso che a volte avviene, dalla maternity-bluses ad una depressione post-partum. Quali sono i segnali? E come si cade in questa spirale di ansia e depressione? Scopriamolo insieme facendo chiarezza su entrambi i termini e il loro giusto utilizzo.

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Da Maternity-blues a depressione Post-partum: i segnali pericolosi

donna depressa post partum
Da maternity blues a depressione post partum, i segnali (istock Photos)

Il periodo di irritabilità, tristezza e ansia che segue le due settimane, circa, dopo il parto, è considerata una fase naturale e di normale amministrazione. Il perché è che dopo la nascita del bambino, avviene un brusco calo di livelli ormonali estro-progestinici che può provocare nella neomamma crisi di pianto, una generale irritabilità, insonnia e parecchia ansia. Questa fase, detta “maternity-blues” si risolve spontaneamente nel giro di due settiamane dal parto. Talvolta però le cose vanno diversamente e il maternity-blues degenera in una vera e propria depressione post-partum. Esistono diversi segnali di allerta che possono indicare il passaggio da una situazione fisiologica normale come il maternity-blues ad una vera e propria patologia psichica come la depressione post-partum. Tra i più noti troviamo:

  • Una gravidanza non desiderata o programmata;
  • La giovane età della neomamma;
  • Per due gravidanze troppo ravvicinate;
  • Eventi stressanti recenti come un lutto o una separazione.
  • Difficoltà ad allattare il nascituro;
  • un parto difficoltoso o non all’altezza delle proprie aspettative;
  • Gravi problemi economici.

La buona notizia è che le neomamme devono sapere che dalla depressione post-partum si guarisce. Considerando che ad aiutare le neomamme a prevenire,  alcuni medici consigliano l’assunzione di vitamina D e di alimenti ricchi di omega 3, la depressione post-partum si combatte con una terapia psicologica mirata. Un aiuto deve venire anche dalla famiglia: il papà e i parenti stretti dovrebbero, nelle settimane successive al parto, farsi carico delle incombenze pratiche. La neomamma deve sentirsi coccolata, aiutata, protetta, deve avere tempo per recuperare il suo equilibrio interiore. Per se stessa e per il suo bambino. D’altronde il suo mondo è stato “capovolto” dal giorno alla notte e, specie se si è al primo figlio, quasi nessuna neomamma sa come comportarsi realmente. La mancanza di sonno dei primi periodi porta, inevitabilmente, ad un accrescimento dello stress, non solo emotivo ma anche fisico.

E’ importante, quindi, saper individuare i primi segnali negativi per intervenire subito ed evitare che la depressione post-partum possa rubare alla mamma la naturale gioia di stare col proprio bebè, la capacità di gustarsi il suo sorriso, la prontezza a coccolarlo e accudirlo.

Differenze tra Maternity-blues e depressione Post-partum

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differenze tra maternity blues a depressione post partum(Istock Photos)

Come abbiamo già precedentemente osservato, la condizione di maternity blues, detta anche sindrome del terzo giorno, ha un’incidenza tra il 50 – 80% tra le neomamme ed emerge tipicamente 2-3 giorni dopo il parto per poi scomparire entro un decina di giorni circa. Per effettuare diagnosi di maternity blues occorre sapere che il suo decorso è transitorio e reversibile, determinato dalla brusca caduta dei livelli estroprogestinici, e che tende alla risoluzione spontanea all’interno di una o massimo due settimane dalla data del parto.
Tra i sintomi caratteristici del maternity blues troviamo:

  • Deflessione timica di grado lieve
  • Sentimenti di inadeguatezza rispetto al proprio ruolo di madre
  • Crisi di pianto
  • Irritabilità
  • Ansia
  • Insonnia

Bisogna dunque prestare attenzione al riconoscere le donne con maternity-blues ed effettuare un controllo a distanza di un mese per valutare l’andamento dei sintomi e la loro evoluzione. Infatti, nelle donne affette dal maternity-blues è stato riscontrato, rispetto alle madri non affette, un rischio di sviluppare depressione post partum di 4 volte maggiore e un rischio di 4.1 volte maggiore di manifestare una patologia dello spettro d’ansia.

Sebbene la sintomatologia possa essere psicologicamente dolorosa e pesante, questa non si riflette sulle capacità della mamma di prendersi cura di sé e del proprio bambino. E’ di importanza vitale fornire indicazioni alle dimissioni dal parto circa l’assetto di vita, possibilmente da promuovere nei primi mesi dopo il parto, in modo particolare per quelle neomamme che hanno nella loro storia dei fattori di rischio per una depressione post partum. E’, quindi, consigliabile che la neomamma “affetta” da questi distubi, possa seguire alla lettera tali indicazioni:

  • Un sonno adeguato per quantità e qualità;
  • Eliminazione di caffeina, teina, bibite energizzanti, nicotina ed altro;
  • Riduzione degli stress psicosociali;
  • Indicazioni al rilassamento del corpo.

Il campanello di allarme deve quindi accendersi quando viene compromessa troppo la funzionalità psico-fisica e sociale della donna ed in quel caso parliamo di depressione post partum. Quest’ultima invece, si distingue innanzitutto dal fatto che lo stato di umore alterato dura molto di più di due settimane, la mamma tende a non rasserenarsi, continua ad essere nervosa, irritabile, triste o non volersi occupare del bambino, avere disturbi del sonno o dell’alimentazione per più di due settimane. A volte la depressione inizia a manifestarsi anche tre, quattro mesi dopo il parto.

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La depressione post partum si può manifestare a diversi livelli di gravità:

  • Lieve, Moderata e Grave

La valutazione della gravità della psicopatologica è fondamentale per costruire percorsi di cura personalizzati e mirati. La depressione post-partum ha comunque un forte impatto sulla donna, sul neonato, sul proprio partner, sulla coppia in genere e sulla relazione madre-figlio.

I sintomi di una depressione postpartum sono:

  • Umore depresso
  • perdita della capacità di provare piacere
  • Modificazione peso e/o appetito
  • Alterazione del sonno (aumento/riduzione tempi di sonno)
  • affaticabilità o mancanza di energie
  • Sentimenti di colpa eccesivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi tutti i giorni (non semplicemente autoaccusa o sentimenti di colpa per il fatto di essere ammalato/a)
  • Riduzione della concentrazione
  • Pensieri ricorrenti di morte e/o progettualità di suicidio
  • Agitazione / rallentamento psicomotorio

Per formulare diagnosi devono esserci almeno 5 dei sintomi appena citati, presenti e persistenti per almeno due settimane per quasi ogni giorno (questi sono i criteri diagnostici del disturbo depressivo maggiore).

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Il 50% degli episodi depressivi maggiori nel post partum inizia prima del parto pertanto questi episodi sono definiti peripartum. Le donne con episodi depressivi maggiori peripartum spesso presentano anche grave ansia e attacchi di panico. In più i sintomi profondi che questa neomamma presenta sono racchiusi in pensieri molto negativi riguardante il proprio bambino, tra i più noti troviamo:

  • Percezione di esser incapaci di prendersi cura del figlio
  • Paura ed insicurezza nella gestione del bambino
  • Sentimenti ambivalenti o negativi verso il figlio
  • Percezione di isolamento dal contesto familiare

Pertanto, quale è il trattamento per la depressione post partum da seguire? Oltre all’atteggiamento di calore, sostegno e accoglienza, è importante rivolgersi ad uno specialista che provvederà a prendersi cura della mamma attraverso un sostegno o una terapia adeguata al caso specifico, come la Terapia cognitivo-comportamentale che prevede interventi di tipo individuale o di gruppo allo scopo di insegnare un modo alternativo di pensare e di agire.

Lo scopo è quello di identificare i pensieri disfunzionali e le emozioni conseguenti ad essi con l’obiettivo di introdurre pensieri alternativi che modifichino lo stato emotivo ed i comportamenti della paziente.

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Immagine: Fotolia_86561389_La depressione post partum cos’è e come posso riconoscerla?

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