ISIS, Vian Dakhil racconta: “Le fecero mangiare la carne del suo bambino”

Vian Dakhil ISIS
Vian Dakhil (Getty Images)

La parlamentare irachena Vian Dakhil racconta di una storia atroce legata all’ISIS: “Costrinsero una donna a mangiare il suo bambino”

Una storia agghiacciante che ci arriva dall’Iraq, raccontata dalla parlamentare irachena deputata dell’Alleanza Curda Vian Dakhil, nota per essere nel mirino dell’ISIS per le sue posizioni politiche scomode e per essere l’unica rappresentante di etnia yazidi nel parlamento iracheno. La Dakhil è stata in passato vittima anche di un attentato: l’elicottero sul quale stava viaggiando precipitò e lei rimase ferita. Si pensò ad un guasto ma l’ISIS rivendicò il fatto come attentato. Vian Dakhil non è benvoluta (per usare un eufemismo) per le sue posizioni marcatamente anti-ISIS e per il fatto che spesso ha raccontato storie davvero terrificanti di atrocità commesse dalle cellule più senza scrupoli dell’organizzazione islamica.

Di crimini efferati l’ISIS ne ha commessi parecchi, ma a volte a fare impressione sono le modalità con cui annichiliscono i prigionieri e li umiliano, letteralmente, togliendogli qualsiasi umanità. E il racconto atroce della Dakhil, benché non direttamente verificato (in Italia sono riportate – tradotte – testimonianze di prigioniere non ancora dimostrate, quindi da comprovare) resta comunque di fortissimo impatto mediatico e umano. E va riportato così com’è stato ripreso anche dal giornale inglese ‘The Independent’.

Leggi anche —- > Shock a Napoli, arrestato un terrorista che progettava un attentato

Vian Dakhil sull’ISIS: “Una volta fecero mangiare un bambino alla sua mamma ignara”

Vian Dakhil ISIS
Vian Dakhil (Getty Images)

La protagonista della storia raccontata da Vian Dakhilall’emittente egiziana Extra News è una schiava sessuale del califfato che sarebbe stata costretta a mangiare il proprio bambino, ucciso e cucinato dai terroristi. La donna sarebbe stata rinchiusa dall’ISIS in una cella e privata di cibo e acqua per ben tre giorni, prostrata e portata quasi in punto di morte. Poi, dopo tre giorni, le hanno servito un piatto a base di carne e riso. Ovviamente lei l’ha consumato senza batter ciglio, e appena ha terminato le è stato detto che era suo figlio di un anno, rapito, ucciso e cucinato per darglielo in pasto. Anche questa donna era yazidi, un’etnia presa di mira dall’ISIS per la sua religione differente.

Il sedicente “stato islamico” (che poi stato islamico non è, visto che rappresenta una percentuale infinitesimale del popolo musulmano) ci ha abituati a episodi sanguinosi ma soprattutto disumani, dimostrando ancora una volta quanto possano essere pazzi. Degli squilibrati che sono odiati dagli stessi musulmani. Voi apprezzereste dei criminali che in nome della religione cattolica commettono crimini così indicibili? No. E neanche loro, potete starne certi.

 

Impostazioni privacy