Morte Avicii, spunta l’ipotesi del suicidio

Avicii si è suicidato?L’improvvisa scomparsa del dj svedese Avicii, precoce fenomeno della musica mondiale, ha colpito tutti, in queste ore è stata avanzata l’ipotesi di un suicidio.

Tutti i fan di Avicii sapevano che da anni il Dj soffriva di problemi di salute dovuti all’eccesso nel consumo di alcol, un abuso che gli aveva causato una pancreatite acuta di cui probabilmente soffriva ancora. A questo si era sommato un notevole stress dovuto agli eccessivi impegni nei tour mondiali che erano iniziati 8 anni fa, dopo il successo del suo primo pezzo ‘Seek Bromance‘ (uscito nel 2010). Nel giro di un anno Avicii era diventato il Dj di musica dance elettronica più ricercato del mondo (costantemente nella top 10 dei singoli più ascoltati) tanto da riuscire ad attirare l’interesse di icone del mondo della musica come Chris Martin (Leader dei Coldplay) e Madonna per delle collaborazioni. Il successo, le date ravvicinate e l’improvviso cambiamento di stile di vita avevano portato Tim a desiderare un periodo di stacco comunicato ai fan con questo messaggio: “La fine dei live non ha significato la fine di Avicii o della mia musica. Sono tornato nella dimensione dove tutto ha avuto un senso: lo studio. Il prossimo passo riguarderà il mio amore nel fare musica per voi. E’ l’inizio di qualcosa di nuovo. Spero che vi piaccia tanto quanto me”.

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Avicii, la lettera ai genitori e l’ipotesi suicidio

Il distacco dai live in giro per il mondo doveva consegnare a Tim la serenità che andava cercando da diverso tempo, ma la famiglia sostiene che questo non fosse bastato. Dopo un periodo di privacy, infatti, i genitori dell’artista svedese hanno rotto il silenzio e comunicato ai media la loro idea su quanto successo al figlio. Questa idea è frutto di una lettera che il ragazzo aveva mandato loro poco tempo prima in cui, sebbene non facesse riferimento all’intenzione di suicidarsi, scriveva il proprio disagio: “Il nostro amato Tim era un ricercatore, una fragile anima artistica in cerca di risposte a domande esistenziali, un perfezionista estremo che lavorava e viaggiava ad un ritmo talmente alto da avere uno stress enorme. Quando ha smesso di fare tour voleva trovare un equilibrio per essere felice e fare la cosa che più amava: la musica”, spiegano i familiari che poi aggiungono: “Ha davvero lottato con pensieri su significato, vita, felicita. Non poteva più andare avanti, voleva trovare la pace. Tim non era fatto per quella macchina da business in cui si e’ trovato, era un ragazzo sensibile che amava i suoi fan, ma evitava i riflettori”.

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