Essere Genitori: Il piccolo balbetta, che fare?

(Istock)

Secondo l’organizzazione mondiale della sanità la balbuzia infantile è uno dei disturbi più diffusi nei bambini e entro certi limiti non è un disturbo che deve farci allarmare.

Il bambino balbetta, mi devo preoccupare?

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La balbuzie rappresenta un aspetto fondamentale e piuttosto normale per consentire al bambino di acquisire il linguaggio e generalmente tende a comparire intorno ai 18- 36 mesi. Questa è una fase caratterizzata dallo sviluppo delle abilità linguistiche  motorie e cognitive. Essendo una fase “fisiologica” non dobbiamo preoccuparci in modo eccessivo se sentiamo che il nostro bambino spezza, ripete o prolunga le sillabe che compongono le parole. secondo gli specialisti del settore quasi in 4 bambini su 5 questo fenomeno sparisce da solo intorno ai 5 anni, con comparsa intorno ai 3 anni. Nonostante la “semplicità” del disturbo non dobbiamo prenderlo sotto gamba ma stare comunque attenti nel suo sviluppo, generalmente tende a colpire con maggiore incidenza i maschi rispetto alle femmine ed è per lo più associato ad ereditarietà, restano pochi i casi in cui il disturbo persiste fino all’età adolescenziale.

La balbuzie e i suoi sintomi

Tra i sintomi più comuni associati alla balbuzie senza dubbio troviamo: la difficoltà a preannunciare una parola o una frase; il prolungamento del suono all’interno di una parola; la ripetizione di sillabe, suoni o intere parole; blocco nel pronunciare determinare sillabe o parole; presenza di suoni detti di raccordo(mmmmm) per collegare tra loro le parole. Queste difficoltà sono associate anche a disturbi fisici come tremore delle labbra e della mascella, battito delle palpebre e tendenza a stringere i pugni quando si parla.

Bisogna iniziare a preoccuparsi quando la balbuzie persiste o compare dopo i 3 anni in questo caso bisogna valutare se si tratta effettivamente di una balbuzie conclamata con compromissione della comunicazione  e disturbo del linguaggio,in questo caso è necessario rivolgersi ad uno specialista del settore.

Il genitore invece di fronte a questo disturbo deve essere in grado di, almeno fino ai 5 anni del piccolo, non dare eccessiva importanza al disturbo cercando di interrompere il bambino mentre sta parlando,non metterlo in difficoltà davanti agli estranei e non sgridarlo mentre balbetta. Dai 6 anni in poi se il disturbo persiste l’atteggiamento confortante dei genitori deve essere associato all’intervento di un medico specializzato.

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