E’ continuato davanti alla Corte di Assise di Bergamo l’interrogatorio a Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore accusato dell’uccisione di Yara Gambirasio. Bossetti, che già nell’udienza della scorsa settimana aveva respinto ogni addebito, ha insistito nel dichiarare la sua completa estraneità alla vicenda. Il muratore ha sostenuto di essere stato “incastrato”, anche se ha voluto chiedere scusa al collega che accusò nel luglio del 2014, a pochi giorni dall’arresto. Di Yara Bossetti ha detto: “Ho pensato che sia stata uccisa per mettermi nei guai”. Bossetti ha anche negato che il Dna trovato sul corpo della povera Yara fosse il suo. “Quel Dna non mi appartiene”, ha detto, accusando che gli è stato attribuito in “modo strampalato”. Bossetti ha anche sostenuto di non essere capace di fare ricerche su internet, respingendo le accuse di aver fatto ricerche pornografiche su tredicenni, come sostiene l’accusa dopo le indagini sul suo computer. Secondo il muratore, nella vicenda che lo vede sul banco degli imputati, “tutti hanno mentito”.