Troppi redditi, l’INPS può abbassarmi la pensione? Quando si rischia per l’assegno

L’INPS ha la facoltà di ridurre l’importo della pensione quando i redditi sono elevati? Ci sono dei punti da approfondire per rispondere.

Lavorare, andare in pensione, raggiungere la sicurezza di un’entrata mensile e poi vedersi ridurre l’importo perché si hanno troppi redditi. Sembra impossibile che possa accadere ma molti pensionati sono spaventati da questa idea. Cerchiamo di fare chiarezza sulle possibilità reali.

Uomo con mano in testa
Troppi redditi, l’INPS può abbassarmi la pensione? Quando si rischia per l’assegno (Chedonna.it)

Il rapporto tra pensioni e redditi è diverso da quello che molti pensano. Bisogna considerare, infatti, che ci sono tanti diverse tipologie di pensione e che in alcuni casi è vero che oltrepassando determinati limiti reddituali il trattamento viene revocato o sospeso. Il collegamento tra pensioni e redditi, dunque, deve tener conto di una distinzione importante, quella tra misure previdenziali e assistenziali.

Le prime vengono erogate ai cittadini che lavorando e accumulando contributi le hanno maturate. Le seconde, invece, sono legate a condizioni economiche, fisiche e sociali. Le prima in nessun caso potranno mai essere ridotte o sospese. Spettano di diritto al lavoratore pensionato. Discorso diverso, invece, per le misure assistenziali connesse al reddito.

Pensioni collegate al reddito, quando scatta la riduzione

La pensione di vecchiaia, anticipata e ogni altra pensione superiore al trattamento minimo INPS fanno parte delle misure previdenziali, non sono collegate al reddito e, di conseguenza, chi le percepisce non deve preoccuparsi di brutte soprese. Se l’assegno, invece, è inferiore al minimo allora potrebbe accadere che l’importo venga ritoccato. Questo perché l’integrazione al minimo e le maggiorazioni sociali sono collegate ai redditi.

Calcolatrice e soldi
Pensioni collegate al reddito, quando scatta la riduzione(Chedonna.it)

Quando questi redditi superano determinate soglie ecco che le pensioni con integrazione al minimo verrebbero ridotte e l’integrazione tolta. Questo spiega perché annualmente l’INPS aspetta che i contribuenti inviino la dichiarazione dei redditi. Proprio per verificare che il pensionato titolare di un trattamento continui a soddisfare i requisiti per ricevere l’integrazione al minimo o una misura assistenziale come l’assegno sociale.

Lo strumento per comunicare i redditi è il Modello RED e deve essere inviato da chi percepisce prestazioni assistenziali o pensioni con integrazione al minimo. Qualora dai controlli risultasse che il pensionato non ha inviato il Modello RED o lo ha inviato con errori e omissioni ecco che l’INPS chiederà la restituzione degli importi percepiti indebitamente.

Non solo, quindi, i pensionati rischiano di vedersi ridurre l’importo sull’assegno ma potrebbero vedere sospesa o decaduta una prestazione (assistenziale, non previdenziale) e dover restituire migliaia di euro all’ente della previdenza sociale. Attenzione, dunque, alle soglie reddituali fissate e se si dovessero superare bisognerebbe avvisare subito l’INPS,

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