Basta una domanda inviata al momento giusto per avere l’assegno della pensione con un importo superiore del 20%.
Avere una pensione più alta è il desiderio di ogni lavoratore. Conoscendo la situazione italiana i cittadini sono sconsolati e consapevoli che l’assegno non regalerà grandi sorprese se non a chi riceve uno stipendio medio-alto, ha avuto una lunga carriera lavorativa e accumulato minimo 40 anni di contributi.

L’importo sull’assegno pensionistico dipende da diversi fattori. L’età di pensionamento, la retribuzione, gli anni di contributi maturati, la via scelta per lasciare il mondo del lavoro. Più si attende per andare in pensione più favorevoli saranno i coefficienti di trasformazione utilizzati nel calcolo contributivo. Maggiori saranno stipendio e contributi più alto sarà il montante contributivo su cui applicare i coefficienti.
Per quanto riguarda la forma di pensionamento solo la pensione di vecchiaia non prevede penalizzazione, gli scivoli che anticipano l’uscita dal lavoro invece prevedono tagli anche del 30%. Insomma, il lavoratore ha un grosso compito. Capire qual è la strategia giusta di pensionamento al fine di avere l’assegno dall’importo più alto possibile. A volte la tattica migliore è aspettare pazientemente.
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Se avete intenzione di scegliere Quota 103 come scivolo di pensionamento aspettate. Nei piani del Governo sembrerebbe esserci l’intenzione di introdurre nel 2026 Quota 41 flessibile con uscita a 62 anni di età e con 41 anni di contributi (uguale a Quota 103) ma con meno penalizzazioni per il lavoratore. La differenza tra le due misure, quindi, è nel metodo di calcolo dell’assegno.

Quota 41 flessibile non dovrebbe prevedere il calcolo contributivo per tutti. Chi ha versato contributi prima del 1996 potrà sfruttare il sistema misto che è più conveniente dato che utilizza il calcolo retributivo per i contributi al 31 dicembre 2011 se sono più di 18 oppure al 31 dicembre 2025 se sono meno di 18. Questo porterebbe ad un aumento dell’assegno del 30% per chi ha tanti anni di contributi maturati prima del 1995.
Lo scivolo, però, prevederebbe comunque delle penalizzazioni anche se in misura ridotto. Si parla di una riduzione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto la pensione di vecchiaia. Il taglio massimo considerando i 5 anni di anticipo sarebbe pari al 10%, comunque inferiore a quello del 30%. Significa ottenere un guadagno del 20% aspettando Quota 41 flessibile piuttosto che uscire oggi con Quota 103.
Bisogna sottolineare, però, che avremo la certezza che Quota 41 si farà e così come è stata descritta solo quando verrà pubblicata la Legge di Bilancio 2026. Fino ad allora il lavoratore potrà decidere se rischiare e aspettare sperando che la nuova formula diventi realtà oppure scegliere Quota 103 oggi ed evitare brutte sorprese (e mangiarsi le mani se si dovesse fare realmente).





