La riforma delle pensioni è in fase di realizzazione e prevede un’uscita a 64 anni dal mondo del lavoro usando o meno il TFR.
Entro la fine di dicembre il Governo dovrà presentare la Legge di Bilancio 2026. La Manovra dovrà contenere diverse misure ma le novità più attese dai lavoratori sono quelle riguardanti la pensione. Sembra che ci sia la possibilità che la riforma delle pensioni arrivi e si parla di misure per l’uscita anticipata a 58, 62 e 64 anni.

Mancano ancora tre mesi alla Legge di Bilancio e tutto ciò che è trapelato fino ad ora non è nulla di certo. Si fanno ipotesi e congetture ma la verità si scoprirà solo a dicembre. I piani per la pensione sembrerebbero modificare il sistema previdenziale per rendere le misure più flessibili. Per Opzione Donna, ad esempio, pare che si stia pensando ad un ritorno al passato con un accesso allo scivolo aperto a tutte le lavoratrici, non limitato a tre categorie.
Inoltre l’età pensionabile dovrebbe scendere nuovamente a 58 anni per le dipendenti e 59 anni per le autonome mantenendo, però, il sistema di calcolo contributivo. Dovrebbe rimanere un’uscita, poi, a 62 anni ma non sarà più Quota 103 bensì una Quota 41 flessibile con meno penalizzazioni.
Come andare in pensione a 64 anni nel 2026?
Per lasciare il mondo del lavoro a 64 anni oggi c’è la pensione anticipata contributiva. Dovrebbe rimanere anche nel 2026 ma con un cambiamento rivoluzionario. La misura sarà rivolta anche a chi ha maturato contributi prima del 1996. Un’apertura che implica un grande aumento dei beneficiari. Ma c’è molto di più.

Per la pensione a 64 anni di età servono 20 anni minimo di contributi e aver raggiunto un assegno pari o superiore a tre volte l’assegno sociale (2,8 volte per le donne con un figlio e 2,8 volte per le donne con due o più figli). Un traguardo difficile da raggiunge per molti lavoratori soprattutto considerando che viene effettuato il calcolo contributivo. Ecco perché nel 2025 si è pensato di aiutare a raggiunge il limite minimo con l’integrazione della rendita del Fondo pensione aumentando, però, il requisito contributivo a 25 anni.
Nel 2026 si potrà impiegare il TFR per raggiungere la soglia di 1.650 euro. Significa sacrificare il Trattamento di Fine Rapporto per anticipare il pensionamento. Per evitare questa scelta servirà un montante contributivo molto alto e uno stipendio elevato. La stima è di retribuzioni intorno ai 2.200 euro netti e 30 anni di contributi per poter andare in pensione a 64 anni senza usare il TFR. Chi prende intorno ai 1.900 euro netti, invece, dovrà trasformare il TFR in rendita per la pensione. Sotto questa cifra si dovrà attendere la pensione a 67 anni. Per le donne l’uscita senza TFR richiede almeno 2 mila euro di stipendio, con TFR circa 1.700/1.800 euro.





