Multe stradali, nuova sentenza: ora te ne becchi una da 1.100 se dimentichi questo

Una nuova sentenza chiarisce cosa rischia chi non comunica questo dettaglio dopo una multa con decurtazione punti: la sanzione può superare i 1.100 euro.

Le multe stradali sono tra le notifiche più temute dai cittadini. Non si tratta soltanto della spesa imprevista che va a pesare sul bilancio familiare, ma anche delle possibili conseguenze che possono derivarne: sospensioni, decurtazioni dei punti dalla patente, e adesso anche nuove sanzioni particolarmente salate per chi si dimentica un passaggio fondamentale.

poliziotto che fa la multa
Multe stradali, nuova sentenza: ora te ne becchi una da 1.100 se dimentichi questo – chedonna.it

Una recente sentenza ha infatti riportato l’attenzione su un aspetto poco noto delle infrazioni stradali, che non riguarda tanto il verbale in sé, quanto ciò che accade dopo la sua ricezione. In certi casi, infatti, non basta pagare: la legge impone un ulteriore obbligo, spesso trascurato o ignorato. Ed è proprio la mancata osservanza di questa regola che può trasformare una multa già amara in una vera stangata, con cifre che arrivano a superare i mille euro. Un dettaglio che molti automobilisti sottovalutano, ma che può fare la differenza tra un semplice disagio e una spesa pesantissima.

Dimenticare non conviene: ecco cosa dice la legge

Dietro le multe con decurtazione dei punti si nasconde un obbligo preciso: comunicare alle autorità chi era alla guida al momento dell’infrazione, qualora il verbale non sia stato contestato subito sul posto. È quanto stabilisce l’articolo 126-bis del Codice della strada, che concede 60 giorni di tempo per trasmettere i dati del conducente.

La logica è chiara: i punti non possono essere tolti a chi non ha commesso materialmente la violazione. Se il proprietario dell’auto non era al volante, la legge vuole che si individui il vero responsabile. Ma qui nasce il problema: cosa accade se questa comunicazione non viene inviata?

polizia municipale con palette in mano
Dimenticare non conviene: ecco cosa dice la legge – chedonna.it

La risposta è netta: scatta una seconda multa, autonoma e distinta dalla prima. Non parliamo di cifre leggere, ma di importi che oscillano da 286 euro fino a oltre 1.100. In pratica, la mancata comunicazione può costare più dell’infrazione originaria, creando una beffa doppia per chi pensava di cavarsela ignorando la richiesta.

Naturalmente non tutti i casi sono uguali. Può succedere, ad esempio, che il verbale arrivi dopo molto tempo, rendendo complicato ricordare chi fosse alla guida. Oppure che l’auto sia usata da più persone, come accade nelle famiglie o nelle aziende. In queste circostanze, la legge ammette la possibilità di giustificare l’impossibilità a fornire i dati. Attenzione però: non basta limitarsi a dire “non ricordo”. Serve motivare, spiegare nel dettaglio perché non si è in grado di individuare il conducente.

La giurisprudenza ha chiarito che non si può pretendere una memoria infallibile dai cittadini, ma allo stesso tempo non è tollerata la superficialità. Se l’autorità giudica insufficiente la spiegazione, la sanzione viene comunque applicata. In quel caso resta la via del ricorso al Giudice di Pace, con tempi e costi che, inevitabilmente, scoraggiano molti.

Il messaggio è semplice: dimenticare di comunicare i dati non è un dettaglio da poco, ma un obbligo che pesa quanto della multa stessa.

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