Italia, il 16% delle donne soffre di vulvodinia

Scopriamo cause e rimedi per questa sindrome cronica.

Una donna italiana su sette affronta quotidianamente un dolore invisibile e difficile da spiegare: si tratta della vulvodinia, una sindrome cronica caratterizzata da fastidio e dolore persistente nella zona vulvare, in assenza di cause clinicamente rilevabili. Nonostante coinvolga circa il 16% della popolazione femminile, questa patologia resta spesso ai margini dell’attenzione medica, con un tempo medio di attesa per la diagnosi che sfiora i cinque anni. Il 70% delle pazienti racconta di aver sofferto per oltre dodici mesi prima di ricevere un riscontro, mentre il 30% non ottiene mai una diagnosi, nonostante numerosi consulti con specialisti.

Il peso dell’invisibilità e del pregiudizio

Per molte donne, la difficoltà maggiore non è soltanto il dolore fisico, ma il fatto di non essere ascoltate o credute. Oltre il 45% delle pazienti riferisce che, durante visite specialistiche, i propri sintomi vengono sminuiti o interpretati come frutto di ansia o immaginazione. Questo scetticismo medico ha conseguenze dirette: quasi la metà delle donne colpite da dolore cronico alla vulva rinuncia a cercare ulteriori cure proprio a causa del pregiudizio percepito.

I sintomi si presentano in modi differenti: il 64% sperimenta dolore durante i rapporti sessuali, il 22% soffre di cistiti frequenti e il 17% accusa episodi ricorrenti di candidosi. In assenza di un protocollo diagnostico chiaro e riconosciuto, molte donne finiscono per sentirsi sole nel proprio percorso di cura.

Nuovi approcci e trattamenti naturali

L’assenza di riconoscimento ufficiale e di terapie universalmente efficaci ha aperto la strada a soluzioni alternative, tra cui l’uso di sostanze naturali come il CBD. I derivati della canapa, grazie alle loro proprietà lenitive, stanno emergendo come alleati preziosi per alleviare dolore e fastidio nelle persone che convivono con la vulvodinia.

In questo ambito si è distinta Eusphera, azienda italiana che sviluppa formulazioni specifiche pensate per il benessere intimo femminile. Attraverso un approccio scientifico e mirato, propone soluzioni naturali studiate per offrire sollievo nella quotidianità di chi soffre di questa condizione.

Accanto ai trattamenti, i medici consigliano anche pratiche utili a ridurre il disagio: scegliere indumenti intimi in tessuti naturali, evitare detergenti aggressivi e limitare attività che possano causare attrito, come l’equitazione o il ciclismo. Anche la fisioterapia specializzata e il supporto psicologico sono strumenti importanti per migliorare il benessere complessivo delle pazienti.

Una condizione ancora poco compresa

Le cause della vulvodinia possono essere molteplici: si va da lesioni ai nervi dell’area vulvare a infezioni pregresse, da squilibri ormonali alla debolezza del pavimento pelvico. I sintomi, anch’essi variabili, possono manifestarsi spontaneamente oppure essere scatenati da stimoli esterni, localizzarsi in zone specifiche o estendersi a tutta l’area vulvare. In alcuni casi, si alternano momenti di apparente benessere a fasi di dolore acuto e debilitante.

Le conseguenze, tuttavia, non si limitano alla sfera fisica. Il disagio psicologico e l’impatto sulle relazioni personali sono significativi. Il 20% delle donne coinvolte dichiara di aver convissuto con il dolore per oltre sei anni prima di ricevere una diagnosi, un dato che richiama l’urgenza di un cambio di passo nella consapevolezza collettiva e nella formazione sanitaria.

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