Tra luci di Canale 5 e ombre familiari, il futuro opinionista racconta a Verissimo il peso dei ruoli che si invertono.
Venti anni dopo l’esordio che lo rese un volto familiare al pubblico, Ascanio Pacelli torna sotto i riflettori con un bagaglio di emozioni che non ha paura di mostrare. Alla vigilia del debutto come opinionista del Grande Fratello su Canale 5, l’ex concorrente ha scelto Verissimo per affidare al racconto televisivo una parte di sé più fragile: la notizia della malattia della madre.

Tra voce rotta e pause misurate, il romano ha evocato l’istante in cui le certezze cambiano direzione: quando il figlio diventa sostegno, quando i ruoli in famiglia si ribaltano e la domanda “sarò all’altezza?” si fa insistente. Dietro la compostezza, emerge la consapevolezza di una stagione personale che ridefinisce priorità, relazioni, lavoro. Ma c’è anche un’altra storia che corre parallela: quella di un ritorno in prima serata, di aspettative e ricordi, di legami che dal 2004 non si sono mai spezzati. Ed è lì che il racconto si apre davvero.
Dalla tv al salotto di Verissimo: cosa ha detto davvero
Nel suo intervento a Verissimo, a due giorni dall’avvio del Grande Fratello in prima serata su Canale 5, Ascanio Pacelli ha annunciato tra le lacrime che la madre, Maria Antonietta Campedelli, sta vivendo un momento difficile di salute. Non ha indicato la diagnosi, rivendicando il diritto alla riservatezza, ma ha raccontato il capovolgimento delle dinamiche familiari: “Un genitore è sempre un punto di riferimento, poi all’improvviso ti accorgi che tocca a te dare forza”.
Ha ringraziato il fratello, “una roccia”, e ha sottolineato quanto la prova stia educando i suoi figli a riconoscere le priorità oltre le “attenzioni brevi e stupidaggini”. E mentre si prepara al ruolo di opinionista, il suo ritorno promette un commento empatico, attento ai confini tra spettacolo, realtà e dignità delle persone.

L’ex gieffino che nel 2004 trovò la notorietà e l’amore con Katia Pedrotti — oggi moglie e compagna di un percorso familiare saldo — mostra una maturità diversa, forgiata da prove che non si cercano ma arrivano. Non c’è compiacimento, né retorica del dolore: c’è la scelta di trasformare una sottrazione in responsabilità, di parlare ai telespettatori senza spettacolarizzare.
È un messaggio che intercetta un Paese abituato a confondere confidenza e clamore, e che chiede al nuovo opinionista di portare equilibrio nel racconto del reality più longevo. Il banco di prova sarà la diretta, con dinamiche complesse e un pubblico pronto a misurare parole, toni e coerenza.
Ascanio Pacelli ha raccontato di avere trovato sostegno nel fratello e sorpresa nella primogenita Matilda, diciottenne, capace di un’attenzione premurosa verso la nonna che lo ha reso orgoglioso. È il rovescio della fama: una famiglia che impara, insieme, la pazienza delle cure, mentre la televisione scandisce le agende.
Nato e cresciuto a Roma, il conduttore porta con sé un cognome che affonda nelle radici della capitale e richiama Papa Pio XII, attraverso il ramo familiare di Marcantonio: un peso simbolico che non diventa alibi, ma responsabilità civile.
Di fronte alla malattia, quella eredità si traduce in sobrietà, nel rifiuto di esibire diagnosi e cartelle, nel rispetto per chi non ha scelto il palcoscenico. Una postura che potrebbe orientare anche il tono del dibattito in studio. Ora lo attende la prova della diretta.





