Covid, Valle d’Aosta la regione più contagiata: coprifuoco dalle 21 alle 5

In Valle d’Aosta scatta il coprifuoco alle ore 21. La decisione del neo-presidente Lavevaz dopo il primato per pazienti positivi, decessi, ricoveri, terapie intensive.

campania adolescente positivo
in gravi condizioni un ragazzo di 15 anni (fonte: Pexels)

La Valle d’Aosta – la regione più “contagiata” d’Italia in base ai principali parametri (decessi, ricoveri, terapie intensive, contagiati) – ha disposto il coprifuoco per contenere la diffusione del coronavirus. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Erik Lavevaz, durante una conferenza stampa.

Il divieto di circolare sarà in vigore dalle 21 alle 5 in tutta la regione.

Sono 155 i nuovi casi positivi registrati in Valle d’Aosta nelle ultime 24 ore a fronte di 475 persone testate. I contagiati attualmente sono 1.717. Ci sono stati anche quattro decessi, per un totale di 166 dall’inizio della pandemia.

In questa seconda ondata del coronavirus la Valle d’Aosta è effettivamente la regione con la maggiore incidenza di contagiati rispetto alla popolazione, anche se i dati effettivi collocano per numeri relativi la Lombardia sul vertice.

“I numeri sono aumentati velocemente, bisogna evitare la crisi dell’ospedale di Aosta”

sicilia adolescente positivo al coronavirus
in attesa all’ospedale (fonte: Pexels)

“Negli ultimi dieci giorni i numeri sono aumentati velocemente – ha detto Lavevaz – ora bisogna evitare che l’ospedale di Aosta vada in crisi. L’obiettivo è di dare tempo al sistema sanitario di normalizzarsi. Siamo nel pieno della seconda ondata, sono necessarie misure per salvaguardare il mondo sanitario, in primis l’ospedale

In conferenza stampa il governatore Lavevaz ha poi aggiunto: “Abbiamo studiato quattro livelli per la gestione dei malati Covid: l’ospedale, la clinica di Saint-Pierre, la microcomunità di Variney e strutture residenziali per quelli meno gravi. Per questo stiamo mettendo in atto accordi con alcune cliniche per avere dei posti disponibili. Ci stiamo attivando per ospitare in strutture i positivi che non hanno più sintomi (qui i dati del bollettino di oggi).

La Valle d’Aosta ha anche altri tre “primati”: il rapporto tra i casi positivi e le persone testate negli ultimi sette giorni (50,14%, seconda la Liguria con il 32,2%), il numero dei ricoveri (59,7 su 100.000 abitanti, seconda la Liguria con 50,8) e il numero dei decessi in sette giorni (6,3 su 100.000 abitanti, seconda la Liguria con 4).

Le motivazioni della diffusione rapida e del contagio è dovuta al fatto che nella regione la vita si vive in maniera comunitaria, soprattutto nei piccoli paesi e nei borghi di montagna. La gente condivide gli stessi luoghi, dal bar al negozio di alimentari, si incontra spesso.

Luca Montagnani, coordinatore sanitario dell’unità di crisi sull’emergenza Covid in Valle d’Aosta ha dichiarato che: “Il contagio è partito quando sono state riaperte le scuole. Tre settimane dopo la prima campanella c’è stato il boom dei casi positivi, che non si ferma ancora adesso. Il contagio è partito dai ragazzi, che non si sono infettati in classe ma in altre occasioni come sul bus, durante le feste o la movida, mentre facevano sport. E il virus così è entrato nelle famiglie”.

In media valle si ritiene che uno dei principali focolai sia stata la festa dei ‘Coscritti’, ovvero i neodiciottenni, che si è svolta a fine settembre tra Verrayes, Chambave e Saint-Denis.

Sull’elevato numero di contagi “pesa la vicinanza con la Francia e con la Svizzera – osserva Silvia Magnani, specialista in malattie infettive all’ospedale Parini di Aosta – e poi tante persone che sono assistite in residenze per anziani dove c’è un alto numero di persone ricoverate. La vita di comunità tipica dei paesi alpini favorisce la diffusione delle infezioni. Infine va detto che, a fronte di poche persone che sono sul campo e lavorano con uno sforzo immane, si fanno tantissimi tamponi e più tamponi fai più trovi casi positivi, soprattutto tra gli asintomatici”.

Già da metà ottobre tre comuni valdostani sono stati dichiarati “zone rosse”. La decisione è stata presa dall’ormai ex presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin, per i comuni di Saint-Denis, Verrayes e Chambave.

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