Ginecologo morto a Milano, cresce l’ipotesi del suicidio: le ragioni del gesto

Stefano Ansaldi, ginecologo trovato senza vita lo scorso 19 dicembre a Milano, si è suicidato. Questo emerge dalle prime ricostruzioni dopo la morte. Cresce l’ipotesi dei debiti come movente del suicidio.

Ginecologo morto a Milano, proseguono le indagini (Getty Images)
Ginecologo morto a Milano, proseguono le indagini (Getty Images)

L’autopsia conferma il suicidio del ginecologo Stefano Ansaldi, il medico campano trovato senza vita lo scorso 19 dicembre. Nelle ultime settimane si erano formulate ipotesi che avrebbero portato all’uccisione dell’uomo, smentite successivamente dalle indagini e l’autopsia sul cadavere.

La pista suicidiaria è supportata dalla tesi che, se Ansaldi fosse stato accoltellato, avrebbe dovuto avere a che fare con un assassino – in grado di sorprenderlo alle spalle – più alto di un metro e ottanta (altezza della vittima). In tal caso non sarebbe passato inosservato agli occhi delle molteplici telecamere presenti nella zona del ritrovamento: invece dal ponteggio milanese, in quel frangente, non sarebbe passato nessuno.

Ginecologo morto a Milano, possibile suicidio: era schiacciato dai debiti

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Fonte foto: AdobeStock

Si indaga, quindi, partendo da un altro tipo di movente: la ragione che avrebbe spinto Ansaldi a togliersi la vita potrebbe essere di natura economica. Debiti, anche pesanti, accumulati dall’uomo attraverso una società estera. Il peso delle pendenze potrebbe esser divenuto insostenibile: si parla di una cospicua somma di denaro, ancora da accertare. Ipotesi che acquista credibilità anche grazie alla ricostruzione degli ultimi istanti con la famiglia.

Gli ultimi istanti di vita del Dott. Ansaldi: quel colloquio in Svizzera saltato

Ansaldi avrebbe avvertito i suoi cari di avere un appuntamento in Svizzera con un amico per parlare di affari, presumibilmente al fine di risolvere le proprie criticità economiche: incontro che probabilmente non ha avuto successo. È stato ritrovato, nei pressi del luogo del misfatto, un telefonino gettato senza criterio. Si procederà all’analisi dei tabulati, per risalire all’ultima telefonata.

Intanto le prime ricostruzioni parlano di un uomo affranto e sopraffatto dai propri debiti che riponeva le ultime speranze nell’incontro con quest’uomo. La parabola discendente della vita di Ansaldi si tinge di qualche incognita, al netto di una vita scandita da professionalità e senso del dovere.

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