Mamme e Papà al centro della manovra del governo: gli aiuti per chi avrà un bebé

Il Governo Conte si è impegnato a creare le condizioni per una vera parità dei ruoli all’interno della famiglia italiana: dal congedo parentale per i neo papà fino agli aiuti economici per aiutare le donne che hanno appena partorito a tornare al proprio posto di lavoro.

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All’interno della lunga serie di misure recentemente varate dal governo sono comprese anche provvedimenti a sostegno delle nuove famiglie o, più precisamente, a sostegno di quelle famiglie che hanno appena avuto un figlio.

L’azione di governo si sviluppa su due fronti: da una parte permettere ai padri di stare vicino ai figli nei primissimi giorni della loro vita, dall’altra facilitare il ritorno delle neo mamme nel mondo del lavoro.

Il congedo parentale al centro della nuova strategia del governo per la famiglia

Elena Bonetti ministro pari opportunità
Elena Bonetti, Ministro alla famiglia e alle pari opportunità (Instagram)

La Commissione Bilancio di Palazzo Madama ha lavorato ininterrottamente per ore al fine di approvare la manovra economica per il prossimo anno. 

All’interno del Governo c’è stata una larga intesa sul congedo parentale per i papà: le nuove norme prevedono che i papà potranno assentarsi dal lavoro per 10 giorni dopo la nascita del proprio bambino, al fine di fornire il proprio supporto alla famiglia.

Inizialmente erano previsti soli 7 giorni, ma il governo ha approvato la proposta di allungare il tempo in cui, per legge, i padri possano contribuire alla cura dei bambini nei primi giorni della loro vita.

Per quanto riguarda invece la figura delle neo mamme, il Governo ha deciso di stanziare ben 50 milioni di Euro al fine di sostenere le aziende che si faranno carico delle “misure organizzative necessarie a favorire il rientro al lavoro delle lavoratrici madri dopo la nascita dei figli”.

Lo scopo di questo provvedimento è abbassare il numero di licenziamenti o demansionamenti a cui vanno purtroppo incontro ancora moltissime donne dopo la nascita di un figlio.

La legge attualmente in vigore prevede che le donne incinte non possono essere licenziate a partire da 300 giorni prima del parto e fino al compimento di un anno del bambino.

Nello stesso periodo di tempo la legge vieta al datore di lavoro di sospendere la lavoratrice, a meno che ovviamente l’azienda non chiuda e il licenziamento della lavoratrice non rientri in un licenziamento collettivo di tutti gli altri dipendenti.

Inoltre, al momento del ritorno a lavoro la legge vieta al datore di lavoro di operare il demansionamento della lavoratrice, cioè vieta di allontanarla dal suo posto di lavoro oppure assegnarle compiti meno importanti di quelli che svolgeva prima del parto.

Per quanto la legge italiana sia molto chiara nella tutela delle madri lavoratrici, il quadro reale della situazione in Italia è molto diverso: migliaia di neo madri subiscono mobbing e comportamenti ostili sul posto di lavoro.

L’obiettivo dell’azienda e dei datori di lavoro in generale è quello di indurre le madri lavoratrici al licenziamento, in maniera che l’azienda non possa essere perseguita per legge per aver violato le norme vigenti.

 

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Grazie al sostegno economico assicurato alle aziende nel 2021 dalla nuova manovra economica del governo, le aziende italiane dovrebbero diminuire drasticamente queste pratiche poiché, semplicemente, verranno pagate per reintegrare le madri sul proprio posto di lavoro e per riorganizzare il personale al rientro della madre dopo il congedo di maternità.

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