Vaccino anti Covid, contagiare giovani sani: la nuova ricerca

Vaccino anti Covid, la nuova frontiera della ricerca potrebbe essere quella di contagiare giovani sani. La decisione dell’Oms

Le ricerche per un vaccino efficace contro il Covid 19 sono arrivate ad un punto decisivo ma c’è una nuova frontiera che poitrebbe aprirsi presto. L’Oms deve decidere se autorizzare o meno un metodo rivoluzionario: contagiare con il virus una serie di giovani sani. Servirebbe per dare una accelerare alle ricerche sul vaccino, ma la implicazioni sa nitarie e morali sono evidenti.

Vaccino anti Covid, la nuova ricerca sui giovani (Pixabay)

Una teoria che sta prendendo piede da qualche tempo, ma che non convince la comunità scientifica ed è per questo che il dibattito sta andando avanti da tempo. Ora però l’Organizzazione mondiale della sanità deve arrivare ad una decisone per autorizzare o meno la ricerca.

In effetti non è nemmeno la prima volta che spunta questo metodo di ricerca: contagiare volontari con il Covid-19 significa correre il rischio concreto di non trovare la via della guarigione. Dall’altra parte però c’è la ricerca scientifica che ha bisogno di datri concreti e non soltanto su cavbie animali. Il problema di fondo è che, per il progresso che hanno fatto i vaccini anti Covid ormai prossimi all’immissione sul mercato, potrebbe non essere nemmeno necessario.

Vaccino anti Covid, il contagio dei giovani oppure la loro vaccinazione per primi: le due vie

Tamponi, nel Lazio è polemica fra sanità pubblica e privata (AdobeStock)
Vaccino, in che modo infettare i giovani potrebbe aiutare la scienza (AdobeStock)

Gli scienziati sono divisi. Una parte ritiene che esporre soggetti, anche se giovani e potenzialmente più sani, ad un virus sia troppo pericoloso. Meglio aspettare che la ricerca sui vaccini già in atto finisca il suo coreso.

Chi invece spinge per questo metodo di ricerca sottolinea come, per i dati che abbiamo fino ad ora, i rischi per i giovani siano minimi mentre i benefici per tutti sarebbero elevati. In concreto, infettare giovani sani produrrebbe risultati più velocemente rispetto alle sperimentazioni convenzionali. Qui infatti gli studiosi devono aspettare che i partecipanti si infettino in maniera naturale.

 Ma il tema dei giovani è anche legato alla future vaccinazioni. C’è chi infatti, come il noto immunologo Mario Clerici, porta avanti una teoria già sviluppata negli Stati Uniti: “Da luglio sostengo – ha detto oggi a TV8 – che vaccinerei prima i giovani. Loro  escono, si infettano e poi portano il virus a casa. Per questo vaccinando un giovane vaccini 100 giovani e potremmo raggiungere l’immunità di gregge in modo molto più rapido”.

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