Decreto Ristori, cosa bisogna sapere: come ottenere bonus e indennizzi

Il Governo ha emanato a tempo di record il Decreto Ristori per reagire alla crisi economica e sociale dei settori bloccati a causa dell’ultimo DPCM. Quali sono i principali requisiti per ottenere gli indennizzi.

Conte, i principali aspetti del Decreto Ristori (Facebook)
Conte, i principali aspetti del Decreto Ristori (Facebook)

Dopo la chiusura di palestre, piscine, bar e ristoranti dopo le 18.00, Conte ha emanato e divulgato il Decreto Ristori: iniziativa necessaria, varata a tempo di record, per tendere una mano a tutti coloro che sono rimasti scottati dalla chiusura forzata di alcune attività. Bisognerà resistere per un mese (almeno) al fine di tentare di arginare la curva dei contagi da COVID-19.

Dal prossimo 24 novembre si vedrà cos’altro fare, nel frattempo è necessario supportare quelle categorie che chiedono tutela e lo fanno – a più riprese – da giorni nelle principali piazze italiane. Quindi, in primis tocca agli indennizzi collegati alla perdita del fatturato dovuta alla limitazione degli orari di attività: chi li ha già ricevuti in precedenza entro il 15 novembre avrà un ulteriore indennizzo in maniera automatica. Senza bisogno di un’altra domanda. Chi, invece, non ha fatto la prima domanda può apprestarsi alla compilazione e all’invio presso il canale dell’Agenzia delle Entrate. Il saldo arriverà entro il 15 dicembre.

Decreto Ristori: gli aspetti principali del provvedimento

Il Premier Conte sul Decreto Ristori (Facebook)
Il Premier Conte sul Decreto Ristori (Facebook)

Poi c’è da registrare lo stop a Imu e al credito di imposta degli affitti al momento del pagamento delle tasse, in altre parole: “Al versamento delle imposte, le aziende potranno portare una quota maggiore di spese in detrazione rispetto alle norme in vigore. Anche se non rappresenta un contributo diretto, si tratta comunque di un massiccio sconto sulle tasse da pagare”, sottolinea Roberto Petrini di Repubblica.

Rinnovato ed esteso il bonus ai lavoratori stagionali e dello spettacolo: si passa da 600 a mille euro, sarà Inps a pagare. Lo stesso vale per l’estensione della cassa integrazione prolungata sino al 31 gennaio più altre tre settimane su cui le aziende possono basarsi per richiederla in favore dei propri dipendenti. Il Governo ha cercato di tamponare il vulnus della crisi economica e sociale degli ultimi giorni, successivamente ogni misura sarà rivista ed eventualmente aggiornata a seconda delle condizioni in cui verterà il Paese.

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