Nuovo DPCM, cosa succede alle palestre: permane l’ipotesi della chiusura

Nuovo DPCM, stretta del Governo su alcune attività per evitare assembramenti e l’aumento dei contagi. Ancora aperto il dibattito su palestre e piscine, Speranza e Spadafora a confronto. Intanto il Governo si prende una settimana per decidere.

Nuovo DPCM, palestre e piscine, chiusura in forse (Getty Images)
Nuovo DPCM, palestre e piscine, chiusura in forse (Getty Images)

Nuovo DPCM, il Governo ha comunicato ieri le misure preventive più recenti da adottare per riportare il tasso di contagi a livelli meno preoccupanti rispetto a quelli attuali. Forte stretta, dunque, a tutte quelle attività che possono creare assembramento e aggregazione, dove naturalmente è più difficile rispettare il distanziamento sociale.

Fra i motivi di scontro c’è sicuramente quello legato alla situazione che ruota attorno al mondo dello sport: ridimensionamento alle attività amatoriali, con particolare attenzione al comparto dilettantistico. Nello specifico, vige il divieto per ogni tipologia di sport di contatto praticato a livello amatoriale. Consentite le altre attività e manifestazioni, per quanto riguarda il calcio, ad esempio, dalla terza categoria in giù stop alle competizioni.

Nuovo DPCM, chiusura palestre e piscine: il Governo temporeggia

Nuovo DPCM, chiusura palestre e piscine, il Governo prende tempo (Getty Images)
Nuovo DPCM, chiusura palestre e piscine, il Governo prende tempo (Getty Images)

Resta aperto il dibattito su palestre, piscine e i centri di riabilitazione. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è preso una settimana per decidere il da farsi: tempo che il Governo spenderà – con l’ausilio del Comitato Tecnico Scientifico – per vagliare l’attuale attendibilità dei protocolli preventivi vigenti e, se è il caso, modificarli soltanto in relazione a certe strutture. Il mantra rimane quello di evitare rischi inutili, ma sullo sfondo c’è la diatriba fra il Ministro della Salute Roberto Speranza e quello dello Sport Spadafora.

Uno chiede maggiore cautela e si mostra favorevole alla chiusura di palestre, piscine e attività correlate, mentre l’altro chiede che lo sport pubblico e privato venga toccato il meno possibile in quanto è “sinonimo di ripartenza del Paese”. Questa divergenza è alla base dell’attesa che l’Esecutivo sta cercando di ridurre per avere un piano adeguato, nel frattempo nella bozza da allegare al DPCM si legge: “Le attività sportive di base e le attività  motorie in genere svolte presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati, ovvero presso altre strutture ove avvengono attività dirette al benessere dell’individuo attraverso l’esercizio fisico, sono garantite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento”.

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